just a personal cut & paste page

martedì, marzo 01, 2005

dizione

Piccola introduzione

La lingua italiana ha circa mille anni, ma non è certo la più vecchia rispetto alle altre lingue europee, l’unità nazionale arrivò molto tardi e l’influenza romana e quindi del latino, è stata sempre molto presente.Il ‘volgare’ nato attorno al 960 con La carta di Capua, impiegò molto tempo per soppiantare il latino, ormai usato solo dalla classi colte e dal clero, il latino parlato si mescolò coi vari dialetti, restando fedele all’originale solo nella versione scritta.Intorno al 1300 il dialetto fiorentino si impose sugli altri, tale predominio si affermò grazie alla maggiore fedeltà rispetto al latino, sia per il prestigio politico, economico e culturale di Firenze…; a Dante si deve la definitiva consacrazione del volgare come lingua nella sua Divina Commedia , senza tralasciare le rime del Petrarca e il decamerone del Boccaccio.Nel 1525 il veneziano Pietro Bembo affermava la superiorità del fiorentino letterario, discuteva del lessico, della musicalità e del ritmo, della prosa; delineava una grammatica del volgare.Alla fine dello stesso secolo un gruppo di dotti riunitisi sotto il termine Accademia della crusca , compilarono un vocabolario nel quale raccolsero tutte le parole ritenute degne (la farina) da quelle non degne (la crusca), respingendo così quelle legate ad un uso ‘vivo’ della lingua, per favorire quelle in uso nelle ‘buone’ scritture precedenti al 1400…; fu così frenato il rinnovamento lessicale della cultura e aumentò ancora il divario tra lingua scritta e lingua parlata.Nel 1700 l’Illuminismo, rivendicando la necessità di una nuova letteratura che fosse una più concreta espressione della realtà umana, cominciò a riavvicinare la lingua letteraria a quella parlata.Nella seconda metà del 1800 il divario tra lingua scritta e lingua parlata, si ricompose grazie ad Alessandro Manzoni, il quale propugnava una lingua che fosse ‘di tutti’ e non rivolta a pochi eletti.Col tempo si sono via via create delle regole, che diventano ufficiali, se rendono la parola più bella, più armoniosa, più musicale, in parole povere…con la giusta dizione.La pronuncia deve essere naturale, spontanea, uniforme, esente da imbarazzanti caratteristiche regionali o stucchevoli manierismi di classe o individuali.Con questo corso di dizione ci proponiamo di fornire utili indicazioni a tutti i nostri utenti che desiderano approfondire la conoscenza della nostra bellissima e difficile lingua…; ringraziamo per il prezioso apporto Fioretta Mari che ci ha fornito la documentazione necessaria per far si che questa iniziativa potesse diventare realtà…e allora…buona dizione a tutti.
La red. Internet
GLI OMONIMI (omografi, omofoni)
Gli omonimi, dal greco omònymos, uguale nome, gli omografi, uguale grafia, gli omofoni, uguale suono, ma diversi nel significato a seconda della pronuncia usata, (o dizione) fanno parte di quella che potremmo definire la base di tutta la lingua italiana. Una volta imparati a memoria tutti gli omonimi, possiamo di essere sulla buona strada per poter assimilare un linguaggio perfetto, almeno nella pronuncia. Uno dei consigli per affrontare gli omonimi, per ora li chiameremo solo così, è quello di pronunciarli, aperti e chiusi contemporaneamente, per abituarsi alla diversità dei suoni stessi, a seconda del loro significato.
GLI OMONIMI con la vocale ‘E’
Sono quelli che, cadendo l’accento tonico diverso, cambiano significato a seconda che questa ‘e’ venga pronunciata aperta (è) o chiusa (è)
accétta (scure) accètta (verbo accettare)affétto (io taglio a fette) affètto (sentimento)aréna (sabbia, lido sabbioso) arèna (luogo di spettacolo all’aperto)colléga (verbo collegare) colléga (compagno d’ufficio)crédo (verbo credere) Crèdo (preghiera cristiana)corrésse (verbo correre) corrèsse (verbo correggere)détte (participio passato del verbo dire) dètte (passato remoto del verbo dare)ésca (cibo) èsca (verbo uscire)ésse (pronome personale) èsse (lettera dell’alfabeto)légge (norma) lègge (verbo leggere)mésse (funzioni sacre) mèsse (raccolto)mézzo (fradicio) mèzzo (metà)pésca (sport) pèsca (frutto)péste (tracce) pèste (malattia)ré (sovrano) rè (nota musicale)té (pronome) tè (bevanda)télo (tessuto) tèlo (dardo)téma (timore) tèma (componimento)vénti (numero) vènti (correnti d’aria)vendétte (rivendicazioni) vendètte (vendere)
GLI OMONIMI con la vocale “O”
Vale la stessa regola usata con la lettera “E”

accórsi (verbo accorrere) accòrsi (verbo accorgere)bótte (recipiente) bòtte (percosse)cógli (con gli) cògli (verbo cogliere)cólto (sapiente) còlto (verbo cogliere)cóppa (parte del collo) còppa (tazza o bicchiere)córso (verbo correre) Còrso (da Corsica)fóro (buco) fòro (piazza, tribunale) fósse (verbo essere) fòsse (buche)indótto (verbo indurre) indòtto (senza cultura)pórsi (verbo porre) pòrsi (verbo porgere)rósa (verbo rodere) ròsa (fiore)scópo (verbo scopare) scòpo (intenzione)scórsi (verbo scorrere) scòrsi (verbo scorgere)sórta (verbo sorgere) sòrta (specie) tócco (verbo toccare) tòcco (grosso pezzo)tórre (edificio altissimo) tòrre (verbo togliere, poetico)tórta (focaccia dolce o salata) tòrta (verbo torcere) tósco (toscano) tòsco (tossico) vólgo (popolo) vòlgo (verbo volgere)vólto (viso) vòlto (verbo voltare)vóto (promessa solenne) vòto (vuoto)

GLI ACCENTI FONICI CON LA STESSA VOCE TONICA

L’accento tonico è il modo di pronunciare chiusa o aperta la vocale in questione. A seconda della pronuncia cambia di significato. L’accento fonico e l’accento in posizione diversa sulla medesima vocale tonica cambiando significato a seconda di come si appoggia l’accento stesso.
Per queste parole non si tratta di vocali aperte o chiuse (segnate, perciò, da un accento fonico diverso nella medesima vocale tonica). La parola cambia di significato a seconda della posizione in cui si trova l’accento fonico, da non confondere con l’accento tonico, il modo in cui si deve pronunciare la parola è specificato dal segno in grassetto sulla vocale in questione.

Lettera A

abbaino abbaino
(da: abbaiare) (camera con finestra sul tetto)
abitino abitino
(da: abitare) (dimin. di abito)
altero altèro
(da: alterare) (superbo)
ambito ambito
(spazio circoscritto) (molto desiderato)
ancora ancora ( sost.) (avv.)
arista arista
(schiena del porco arrostita) (resta della spiga)
attacchino attacchino
( da: attaccare) (attaccalite petulante)
auguri auguri
(sacerdoti indovini) (voti augurali)



Lettera B


bacino bacino
(3°pers. pl. cong. pres. di baciare) (catino; dimin. di bacio)
bacio bacio
(volto a tramontana) (da: baciare)

balia balia
(nutrice) (potére; essere in balia di…)

balzano balzano
(da: balzare) (stravagante)

bécchino becchino
(da: beccare) (sotterratore di morti)

benèfici benefici
(plurale di: benèfico) (plurale di: beneficio)

Lettera C

capitano capitano
(da: capitare) (grado militare)
capito capito
(da: capitare) (da: capire)
circuito circuito
(spazio di luogo in giro; cerchio) (da: circuire)
cómpito compito
(lavoro assegnato) (compiuto, finito)

Lettera D, E, F

dècade decade
(spazio di 10 gg o 10 anni) (da: decadere)
desideri desidèri
(da:desiderare) (plur.di: desideri)
déstino destino
(da: destare) (fato)

ètere etère
(aria) (plur. di: etèra)

frustino frustino
(da: frustare) (piccola frusta)

Lettera G, I

gorghéggio gorgheggio
(gorgheggiare) (gorgheggiare
continuato)
gorgóglio gorgoglio
(gorgogliare) (gorgogliare continuato)


impari impari
(disuguale) (da: imparare)
indice indice
(dito della mano; catalogo, ecc.) (da: indire)
intimo intimo
(l’interno dell’animo o di altre cose) (da: intimare)
intuito intuito
(sost.) (part. pass. di:
intuire)
inumano inumano
(da: inumare) (crudele)


Lettera L, M

lèggere leggère
(verbo) (plur.fem.:leggéro)

malèdico maledìco
(da: mendicare) (da: maledire)
méndico mendìco
(da: mendicare) (sost.: mendicante)

Lettera N, P

nèttare nettare
(sost.:bevanda degli dei) (verbo: pulire)
nòcciolo nocciòlo
(guscio contenente la mandorla di certi frutti) (albero)


panico panico
(timore) (pianta)
prèdico predico
(da: predicare) (da: predire)



Lettera R, S, T e V


règia regia
(di re, reale) (appalto; l’òpera del regista)
rètina retina
(membrana dell’occhio) (piccola réte)

séguito seguito
(corteggio, accompagnamento) (da: seguire)

turbine turbine
(vènto impetuoso) (plur. di: turbina)

viola viòla
(da: violare) (fiore; colore; strumento musicale)




“C’era una volta un Re”


C’ era una volta un Re col volto di cera. Amava gli accordi in re.
Credo che recitasse il credo ogni venti ore. Si lasciava cullare dai vènti del nord e a volte pareva che corresse, cosa che presto corresse, verso delle fosse come se fosse un atleta che pensa solo a vincere una coppa. La coppa era la parte del maiale che lui preferiva.
Me ne accorsi la volta che i camerieri sono accorsi in tutta fretta per fargli gustare il prelibato piatto. Poi volle del vino. Glielo portarono dentro una botte preziosa. Son botte per il vostro fegato, se ne bevete troppo!! Disse il suo nemico curante che essendo un uomo colto, fu colto di sorpresa perché non sapeva se mangiare una pesca o andare a pesca.
Il Re gli ordinò: “Esca! Vada a prendere l’esca e vada pure a pesca!”
Dette queste parole dette un colpo sul tavolo. È bene porsi una domanda. Era forse il dottore quel corso nato ad Aiaccio e corso poi dal suo re, che tanto stimava. Porsi il foglio con questa domanda a Rosa amica del Re, che rosa dall’invidia verso il dottore mi rispose: “Lei di certo legge le notizie?” Io dissi no, la legge lo vieta. Temo vendette da parte di qualcuno! Ho saputo poi che le notizie di corte fu lei che le vendette a un giornale scandalistico! Sembrerebbe una storia strampalata e spiego anche il perché. Mi è servita solamente a farvi un po’ capir il gioco degli omonimi com’è!

ESERCIZI PER LA “E” E LA “O”

Con l’accetta non si accetta l’affetto, né si corregge una legge.

Ella dette una pesca a te e disse: Esca e vada a pescare! Ma esso leggendo una legge collegò questa norma (di legge) al tema e corresse la meta del suo affetto per esse.

Se il collega corresse gli direi con affetto: T’è prendi venti rose e pere, tutte per te.

Nell’arena corresse il tema per il torero, ma il toro… la mente pesca.

Ma io scherzo e mentire mi è facile!


ALCUNE PAROLE OMOFONE(stesso suono, diverso significato)

Asta = per la tenda
Asta = lancia
Asta = asta pubblica per vendere oggetti
Contingente = sostantivo maschile (es: contingente di soldati)
Contingente = aggettivo (che può capitare)
Lira = strumento musicale
Lira = ex moneta italiana
Parte = porzione
Parte = verbo partire
Letto = oggetto
Letto = verbo leggere
Dato = dati anagrafici
Dato = verbo dare

Vocali forti = A, E, O
Vocali deboli = I, U

L’ incontro di due vocali deboli (IU, UI) o di una vocale debole con una forte dà origine al dittongo che sostituisce un unico suono e quindi non si può scindere.
Quando le vocali I, U non sono accentate e servono a dare alle consonanti che le precedono dei suoni particolari non formano il dittongo.
Es: cia-cie-cio-ciu-gia-gie-gio-giu-scia-scie-scii-scio-sciu-glia-glie-glio-gliu-quan-que-qui-quo-gua-gue-gui-guo

Allo stesso modo non forma dittongo, sono in iato, l’incontro tra due vocali forti: ae, oe, oppure di una vocale forte e di una debole accentata: AU, IA.


I RADDOPPIAMENTI SINTATTICI
A + DIO = ADDIO; NE + PURE = NEPPURE;O + DIO = ODDIO; COSì + DETTO = COSIDDETTO;DA + VERO = DAVVERO; MA + CHè = MACCHè;QUA + GIù = QUAGGIù; SE + MAI = SEMMAI;SU + VIA = SUVVIA; QUA + SU = QUASSU;E + BENE = EBBENE; E + PURE = EPPURE;CHI + CHE + SIA = CHICCHESSIA; O + SIA = OSSIA;A + DIETRO = ADDIETRO; A + PENA = APPENA;
SONORIZZAZIONE DI ‘C’ IN ‘G’ E DI ‘T’ IN ‘D’

Amico = amigo (veneto)
Ruota = rosa (lombardo)
Rete = rede (veneto)

ELIMINANO UNA CONSONANTE NELLE DOPPIE

Traffico =trafico (veneto-emiliano)
Palla = pala (veneto)
Gallina = galina (lombardo)
Fratello = fradelo (padovano)
Panno = pano (veneto)
Birra = bira (veneto)

'E’ APERTA E CHIUSA

lettera = léttera (romano)
sono = s?no (laziali)
ancora = anc?ra (napoletano – siciliano –calabrese)
loro = l?ro (napoletano – siciliano –calabrese)
cerco = c?rco (calabrese – siciliano – lucano)

LA ‘E’ E LA ‘O’ NEI DITTONGHI

Piede = piède (napoletano)
Uomo = uòmo (napoletano)

LA ‘C’ E LA ‘G’ DAVANTI A ‘E’ E ‘I’ COME SE FOSSERO SC – SG – ES:

Bacio = bascio (Toscana)
Adagio = adagio (Toscana)

LA ‘C’ è ASPIRATA

Casa = àsa (fiorentino)
Cosa = osa (fiorentino)

LA ‘P’ LA ‘K’ E LA ‘T’ COME SE FOSSERO PH – KH –TH

Pepe = pephe (fiorentino)
Tenete = tenethe (fiorentino)
Amico = amicho (fiorentino)