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domenica, maggio 22, 2005

Abbasso l'ironia evviva la fantasia - A. Brgonzoni

Trascrizione della lezione tenuta da Alessandro Bergonzoni il 28 aprile 2004 nell'ambito degli incontri promossi dalla "Scuola di Retorica"

"Abbasso l'ironia evviva la fantasia" pubblicato su REPUBBLICA in data 06/05/2004

Il mio problema è che l'ironia è diventata una siepe dove dietro uno fa le porcate.
Nel 2004 noi non vogliamo delle battute, vogliamo delle cose profondamente vere e poi delle cose profondamente comiche. Non c'interessa più il te deteinato, né l'acqua e vino. Vogliamo delle grandi acque e del vino tosto che impasta la lingua al palato.
E quando parliamo di palato, voglio fondare un movimento per ripalatare lo spettatore, il lettore. Non abbiamo più palato. Va tutto bene.

L' ironia ha tolto la febbre dalla fronte e noi non abbiamo più termometri. Noi gradiremmo che venisse fuori un comico che non fa il verso a un comico, che non fa il verso a un professore, che non fa il verso a un alto, un basso, uno sciancato, alla donna. Noi vogliamo qualcuno che ci racconti un' altra storia.
Forse Manzoni, Pirandello avevano necessità di svecchiare, d' abbassare il tono per arrivare al volgo perché c' era un' accademicità, una cultura, una profondità, una possenza esagerata. Qui il problema è opposto: senza far nomi, se Severgnini continua a far delle rubriche, non si va avanti.

Ho bisogno di far dei nomi, la terza pagina del Corriere tratta delle persone che viaggiano. Io vi domando, dopo vent' anni di Fantozzi, ci serve ancora qualcuno che ci dice come siamo fuori dall' Italia - Mister spaghetti pizza telefonini?
Io ho paura, credo che bisognerebbe iniziare a pensare a un terrorismo culturale, abbandonando il terrorismo politico e guerrafondaio.
Andare a cercare certa gente e dirgli: sei un ironico? Dormi preoccupato, teso, perché ti veniamo a prendere. E' un momento difficile.

Il giornalista ironico: che cosa ironizzi, razza di deficiente, tutto un pomeriggio dalle 2 alle 6, con che sistema poi ? Con il sistema di inficiamento delle cose che dopo - dico il palato - la gente non capisce più. Dalle 2 alle 6 succede che c' è la mamma del carabiniere morto insieme a quella che si è rifatta un' anca insieme alla zia del carabiniere che forse morirà, e la zia ha detto preghiamo, e il giornalista ha detto grazie del suo intervento… Qui l' ironia sta facendo dei morti, dei morti nel cervello.

Uno dice: non si vedono. Ma son poi neuroni che vanno a bacchetti.
La fuga dei cervelli, non l' ho detta io, ma avrei voluto, ma perché ci lasciate i corpi, se poi van via i cervelli? Prendetevi anche i corpi. E qui un ironico cosa farebbe?
Perché ci lasciate la Marini, come cervello, lasciateci solo il corpo.
Io non mi diverto più, non rido più su Cecchi Gori. Perché adesso, il problema che abbiamo poi nel cinema, lo dobbiamo anche a lui qui. Invece di apparire dire fare andare venire brigare finire sui rotocalchi, facesse del cinema.
Mi verrebbe da dire: le terze pagine dei giornali, con l' ironia, cosa hanno pensato di fare? Non ci legge più nessuno, mettiamo qualcosa di più leggero.

E qui introduco un tema importante: leggerezza. Ma cosa dobbiamo essere, più leggeri di così? Siamo al f ilo dell' alitosi. è un attimo. Dobbiamo appesantire.
Chi non ha voglia di leggere la terza pagina su Dalì, su Rauschenberg, sui filosofi tedeschi, bene, si compra Chi e va a leggersi Chi, ma non tu, tu Stampa, tu Corriere della Sera, tu Repubblica vai a prendere quei lettori lì? Ieri l' altro un dibattito sulla radio, perché è andata a finir male.

Perché abbiamo dovuto prenderci i giovani. Smettiamo di prenderci qualcuno, facciamo un lavoro profondo. Sei un presentatore, fai il presentatore, non voler fare il presentatore ironico. Fai la radio? Dose e Presta (Il ruggito del coniglio, ndr) sono un problema grosso, secondo me. Non possono telefonare alla gente e sentire cosa ha fatto lei, il carciofo è vero che fa la bocca amara? Ci stanno fottendo con l' ironia.
Io proporrò, a Torino, di fondare un movimento. Scendiamo nella piazza della nostra testa e manifestiamoci, diciamoci uno per uno: ma cosa sto guardando?
Cosa sto leggendo? Non è possibile che uno dica tutte le volte: ho letto Queneau, poi ho letto Shakespeare ma poi ho dovuto rifarmi la bocca.

Cos' è questo bisogno di caldo e freddo? Oggi serata di sesso, domani vado a messa tutto il giorno. Noi puntiamo ad altro. Appena mi esci dalla messa lì sul sagrato il sesso! Puntiamo non al concetto ironico, noi puntiamo all' agglomerato della fantasia impazzita. Ecco un termine che non ho sentito prima, fantasia. L' ironia non tocca la fantasia. Il potere è alla fantasia. Io sono uno che non ha inventato niente.
Prima c' erano i Fratelli Marx. Cochi e Renato. Ci sono comici vivi che sono già morti, e comici morti che rimarranno sempre vivi, e saluto Walter Chiari che in questo momento ci sta ascoltando e voglio dirgli: tranquillo non ti paragoneremo più a noi, perché tu Walter Chiari con noi non c' entri.
Mentre io noto che tutte le volte che viene fuori un comico, che sta al sabato in televisione, è Walter Chiari. Come non sopporto Sordi e lo trovo troppo ironico, che ha fatto dell' ironia questo bisogno dell' Italia del dopoguerra. Mi piacerebbe che fosse ancora vivo e che facesse della comicità del duranteguerra, mi divertirebbe vedere come reagirebbe a questo ambito sociopolitico.

Ho bisogno di reagire all' ironia, all' ironia delle aziende, all' ironia dell' uomo della strada che mi dice: lei dovrebbe essere alle Poste tutte le mattine. Ma alle poste ci stai tu, ci stai tu, perché vuoi vedere il cliente, quello che si mette le dita nel naso. Non me ne frega niente delle sue dita nel naso. Se le mette a un altro nel naso, allora vengo a vedere, mi interessa la trasgressione, la surrealtà del gesto, la fantasia e l' immaginazione.

Quelli che dicono, dovresti passare una mattina al Pronto Soccorso, lì sì che c' è da ridere. Questa ironia, perché andiamo a toccare il dolore. Il medico per affrontare problemi, ad esempio oncologici, deve montare l' ironia. Tu non monti l' ironia.
Tu monti una capacità superiore di apprendimento. Cacci dentro delle turbine, non dell' ironia. L' ironia la può montare, forse, il portantino. Il mondo della medicina e l' ironia, vorrei trattare questa ironia, vorrei vedere questi sorrisini, il medico che per addolcire la pillola fa l' ironico. Tu non addolcire niente, impara un nuovo linguaggio di comunicazione con il paziente. L' ironia è concessa alla gente comune.

Nella propria vita, vuoi fare ironia? Fai ironia. è la quinta volta che cadi per le scale quella mattina lì? In effetti, è meglio che tu te la rida un po' . Io andrei a vedere i significati della quinta caduta, ma la gente di solito fa ironia. E fatela.
Ma all' artista, con la a minuscola, come siamo, non è possibile condividere questo abuso di ironia, che sta arrivando dappertutto, e sta inficiando anche la scrittura. La gente scrive per poter fare sorridere. Sorridere, non ridere. Bisogna essere garbati.
L' ironia non deve mai toccare la volgarità: ma poi siccome l' ironia è nata per dar senso agli aggettivi, c' è anche l' ironia pesante, però è sempre ben accetta.
Perché ti permette di esser volgare, senza un' idea. Perché alla fine tra tutti gli organi maschili e femminili eccetera, io adesso voglio che qualcuno me lo sposti il luogo, almeno.

Se devi essere ironico sugli stessi organi, con le stesse parole, inventami qualcosa. Io trovo che sia una donna molto ironica, l' artista che fa delle performance sul proprio corpo. Quella che si opera - Orlan, ndr - è veramente una che fa ironia. Lei va in sala operatoria e decide di spostarsi l' orecchio, il medio del piede … Costruisce.
E' l' unica forma nuova, in questa epoca. E' lì che io propendo. Per vedere il punto di non ritorno. Io ho bisogno della parola idea, immaginazione, ho bisogno della divinizzazione del concetto di creatività. Non posso più pensare che io sia un intrattenimento. Non ci possiamo intrattenere sulle cose della vita. L' ironia va a rovinare tutto. Varni, vuoi metterti un costume da bagno e una gonna leggera? Mettitela, ma poi non ancheggi, cammini come se avessi la cravatta.

Adesso fanno ironia sugli ironici che han fatto dell' ironia. Io con Noschese non avevo granché da dire. Il potere era là e Noschese era lì, e poi le denunce. Non vengo a dire che è inutile, che i Luttazzi, i Paolo Rossi sono inadatti. Io credevo che fosse finita l' epoca della satira. Non è finita e dobbiamo andare avanti. Però non è assolutamente detto che ci debba essere come oggetto un qualcuno che è già la derisione totale, assoluta. Perché non si prendevano in giro Arlecchino e Pantalone, una volta?
Perché erano le persone, le figure che erano già caricature. Io voglio chiedere ai colleghi perché si devono usare la stampa, i libri, televisioni e radio per prendere in giro un allenatore di calcio, per prendere in giro Marzullo? Che tipo di ironia vogliamo fare? Che tipo di battutismo? L' ironia del cinema.

Uno dice, dimenticati il tuo mestieraccio, siete dei cabarettari, siete dei comici. Il cinema, con tutto il rispetto per il cinema giovane, a basso costo, ho visto Fortezza Bastiani, mi domando, lo chiedo agli studenti. C' è bisogno di rappresentare quel mondo, qual è l' utilità? Wim Wenders è un astronauta? Dalì è ironico? Andiamo su un livello di passione sanguigna, di bisogno di violenza, di altro. L' ironia non permette altro. è una diga. Io quando scrivo lo faccio per far vedere la prima volta, non per far rivedere. A me non piace prendere in giro, a me piace portare in giro. Io chiedo: appesantiamoci. Non facciamo ironia sul sesso, facciamo sesso, ampliamo le zone erogene, Pordenone, Parma, Pavia, allarghiamole, usciamo dal corpo di Bacco, andiamo a trovare zone comuni denuclearizzate ma erogene da qui alla Brianza.

Ecco. Non mi interessa più cosa fa Totti. Devo sapere se chi vive con lui sei la mia polenta adesso, entra nella pentola col manico che ti devo bollire. Se dice questo non mi interessa più. E dormimi preoccupato, perché vi veniamo a prendere. Ci sono delle brigate bianche, delle brigate culturali che vengono, non picchiano, ma la violenza bella e buona, dormi preoccupato ci hai scassato. Il desiderio è quello di non approfittare più dell' ironia, l' ironia è un amo per abboccare. Noi pubblico, e noi creativo, noi dobbiamo rispondere, fare un movi-mente. La cordialità, io credo che sia da bloccare. Tutti i famosi ale che non vedo più: geniale, originale, subliminale, inguinale, prenatale.

Siamo pieni di battute, motti di spirito, apriamo internet e vediamo se la stupidità fosse dolorosa. è bella come frase, ma andiamo a fondo. Facciamola diventare dolore a chi è stupido. Voglio proseguire la perversione, la provocazione. Non mi fermo alla provocazione semplice. Il cibo: prima abbiamo dato un valore esantematico - se sapessi cosa vuole dire -, poi abbiamo deciso d' andare in tivù, di deriderlo. State a casa vostra, non ci interessa. E qui però c' è la connivenza. Loro ti rispondono: noi facciamo ciò che ci chiedete. La domanda la faccio a voi: la connivenza, la responsabilità di essere stati a vedere in 11 milioni Bilancia che parla con Bonolis: la domanda è questa qua. State a vedervi Striscia la notizia che per delle ore fa vedere una testina finta sul corpino finto, chi sono quei dodici milioni? Chi sono? Chi sa rà ‘sta gente? O non ci lamentiamo più e cogliamo i frutti che l' albero ci dà. O se ci lamentiamo, rispondiamo. Sciopero degli spettatori. Scioperiamo. Non tenere accesa la tivù e poi dici tanto non la guarda.

E' come mettere in moto la macchina e andare in centro in bicicletta. Ma vai in bicicletta, che è molto più bello. Vai dentro e pedali. Io adesso farò una provocazione al Comune, io vado in centro ma dentro la macchina sono in bicicletta. E voglio provare a vedere qual è il mezzo che vince. Sono in macchina ma vado in bicicletta. Se poi riesco a mettere la macchina dentro l' autobus è il top. Non me li fan più quegli autobus con i cargo dietro. Abbiamo fatto ironia su un corridore di bicicletta, fino a tre ore dopo che è morto. Sveglia! L' ironia è una malattia, è la schifosa rassicurazione. Noi dobbiamo essere rassicurati che stiamo facendo per scherzo.

Questo è il punto. No, non stiamo scherzando. Andiamo a divertirci per davvero, o ce la andiamo a menare. E' ora che smettiamo di riconoscerci in qu alcosa. Farò un movmente: vogliamo pensare ad altro. Sei un artista: mi fai vedere cose diverse? I gialli, con tutto il rispetto per chi scrive gialli: 5-6 poliziotti si sono messi a scrivere, perché la letteratura poliziesca deve passare da noi, oggi sono cambiati i mezzi. Ma razza di severgnino che non sei altro, cosa deve passare da te? Se tu scrivi un giallo devi stupirmi con un giallo, devi inventare, non mi devi parlare della mamma di Cogne o della bomba di Bologna. Tu sei un romanziere, e un romanziere inventa, crea.
Tu sei un pittore, non fai il verso a qualcuno.

Appunti sparsi per la pace - Alessandro Bergonzoni

Appunti sparsi per la pace

Ci hanno chiesto di lasciargli fare la guerra in santa pace… non ci pensino neanche !
Ci hanno chiesto l’uso della forza e noi diciamo sì alla forza di persuasione.
Ci hanno accusato di riempirci la bocca di parole: al massimo spariamo sentenze, forse anche giuste ma non spariamo altro.
C’è chi gioca a nascondino con la guerra noi vogliamo giocare a pace libera tutti, senza se e senza ma, non a streghe in alto che volano, a palle avvelenate che uccidono.

Noi non dobbiamo permettere a nessuno di giocare a ruba bandiera.
Vogliamo una pace veloce che arrivi in un baleno; anzi arcobaleno.
I pacifisti sono deboli? Sì… di cuore, davanti a certe immagini.
Per certe persone la pace è un’ utopia? Per noi la guerra, invece, è troppo vera.
Saddam è un tiranno: togliamogli le armi senza usare le armi.
Evviva gli americani e gli iracheni che si ribellano alla guerra irachena e americana.
Dell’Intelligence service potenzierei l’intelligence e diminuirei i service.
Perché marciamo? Per non marcire.
Chi ha l’intestino pigro ma soprattutto il pelo sullo stomaco e la testa cotta: …fa i venti di guerra… c’è puzza.
Sappiamo leggere, sappiamo scrivere e finalmente stiamo imparando anche a contare. Ma non vogliamo contare i morti vogliamo contare qualcosa.
E’ la guerra che deve avere i giorni contati.
E’ la pace che deve essere scontata perché non ha prezzo: è gratis.
Nessuno ce l’ha con l’America se non il congresso americano stesso.
Aiutare chi ci ha aiutato non significa uccidere chi non ci può aiutare. Riconoscenza non è servitù!
Anche noi crediamo nei processi economici ma il fine giustifica sempre i mezzi?
O i mezzi uomini vogliono giustificare la fine?
Io dico che con tutta le gambe di chi è scoppiato su una mina si potrebbe fare il più grande tavolo delle trattative del mondo, diplomazia diplomazia per piccina che tu sia sei pur sempre casa mia.
Dicono che per la Pace ormai sia tardi!!! Ma a che ora sono partiti? Chi gli ha fissato l’appuntamento? E’ tardi soltanto per chi ha fretta e la fretta si sa fa i mutilati di guerra…
Riassumo, anche se non ho mai licenziato nessuno, no al totalitarismo delle idee.
In questo momento vorrei essere come un oceano………. pacifico.
Conflitti tra civiltà? Alle volte mi sembra quasi impossibile, dato che in campo non vedo tante persone civili: non sarà che qualcuno è contro certe guerre invece di essere contro tutte le guerre?
Secondo me la parola guerra inizia sempre per morti e finisce sempre con innocenti.
Non sarà che tutta la gente è pacifista e la politica no!
Se scopro che chi mi rappresenta non mi rappresenta io cosa rappresento?
Bush ha già deciso.
Noi abbiamo deciso cosa abbiamo deciso?
Il nostro portavoce sarà sempre e solo Mister Né Con, molti di noi lo conoscono altri no, Né Con Bush Né Con Saddam Né Con la guerra preventiva Né Con quella necessaria Né Con i dittatori est Né Con i dittatori ovest. (non c’è uno stronzo più buono!)
Sono contro la beneficenza, mi piacerebbe non dare più nessun soldo all’associazione vedove e orfani di guerra.
Amo talmente Gino Strada che vorrei che smettesse di lavorare.
Spesso si confonde azione con mutilazione. Le morti che non si vedono vuol dire che non ci sono?
Ricordiamoci che è molto meglio avere un’idea bomba, piuttosto che bombardare un’idea!!! Perché la pace è la grande idea, una grande trovata….. possibile che l’abbiamo già persa?

Saddam fa la cosa giusta: arrenditi all’evidenza non all’invadenza.

Bush fa come Lassie: torna a casa.

Volo - Alessandro Bergonzoni

Questa è la fedele trascrizione del "pezzo" che Alessandro ha preparato e letto il 18 Dicembre 2000 al Teatro Comunale di Bologna in occasione dell'inagurazione della nuova ala dell'aereoporto di Bologna.
La persona di cui parla è, per chi non lo avesse capito, Paolo Conte intervenuto anche lui nell'ambito della serata.

Molto tempo do molto tempo re, molto tempo mi, molto tempo fa nacque la musica come arte Verdi, Rossini, Nerone, Bach, Hoffenbach, Wagner, Hoffenwagner, Kausen e Stockhausen , Toscanini inventore dei sigari piccoli opere…. Opere come il boletus di Ravel la storia di un fungo velenoso che si innamora di una rana che baciato diventa un rospo che baciato ancora diventa un girino.

Se la pittura… se la pittura appaga l'occhio, la poesia l'anima, la cardiologia il cuore, l'ematologia il sangue, sciatalgia la schiena, la musica appaga tutto. Lo strumento gli strumenti sono tanti: il cembalo, clavicembalo, la vicola e la clavicola, la fisarmonica, il vibraforo, l'idromassaggio, il citofono, il flauto di traverso l'unico che si mangia ma si digerisce male, il flauto magico che suona e scompare la chitarra elettrica e la sedia elettrica, il trombone, la tromba, la tromba delle scale, il pianerottolo, lo spiffero da suonare sotto le porte, lo scacciapensieri, lo stracciamutande, il basso , la tuba il falloppio , il triangolo, il crick, il Jack, le nacchere , le schicchere, le maracas , le congas, il kiwi e tutti i fiati in genere i più famosi furono il bue e l'asinello, ma per fare la grande musica come disse Dumbo ci vuole orecchio, la testa fra le nuvole, le spalle le spalle, un'anima enorme e un cuore aperto: quindi o conosci un chirurgo indeciso o conosci un grande artista come chi dico io, parlo di un'artista con la "P" maiuscola un uomo che sa il fatto suo e non lo dice a nessuno, che una delle sette meraviglie del mondo insieme alle cascate del Niagara, il grande Canyon, la pizza, Bambi, la tour Eiffel, le piramidi e la torta sbrisolina.

Lo amo come Garibaldi amava Anita, come Gianni amava Pinotto, come Bonnie amava Clide, come Caino amava Abete almeno perché gli faceva ombra, come Giotto amava il casaccio quando dipingeva alla rinfusa, come Cimabue che dipingeva i vitelli standoci sopra, un cantautore con una marcia in più e non parlo di mele anche se è un cantautore adamitico, paradisiaco e anche terrestre, originale come il peccato e peccato mortale sarebbe se non ci fosse;un uomo che titilla i dioritmi e se tanto mi da tanto io prendo tanto.

Un uomo è illuminato anche nei periodi bui e che quando comincia a cantare le mie gambe fanno Giacomo Giacomo e Giacomo dice dimmi dimmi, con la musica che mi arriva fino al collasso cioè fin sotto la testassa che mi porta nei mar dei Sargassi fino al punto più pescoso il mar dei pescassi.

Un essere , più che un avere e saluto Hemingwei di un'esauribile rotondità se lo cerchi lo centri ineluttabilità, natività, volatilità, taffetà un uomo con della stoffa il vino veritas il lino terital questo il succo e io me lo bevo.
Se fosse un verbo sarebbe l'infinito, se fosse un albergo sarebbe a cinque stelle e una cometa sembra un Re mogio ma è un Re mago che ha capito che la vita è diversa dalle Kessler ce n'è una sola.Che gli uomini più belli son sicuramente le donne.

Senza di lui sarei come Joghi senza Bubu, sarei come autostoppista senza pollice, Orbe senza tello, Messina senza stretto , Lupo senza pelo e senza vizio, indiano scrivano senza penna, un gran bel tumulto fa sentire il battito d'avi come angeli del passato, pavone che inventa la ruota e la buca passando l'infanzia tra piano e forte tra chiari e scuri con un'alternanza di sentimenti tale che Noè dalla barca avrebbe definito da diluvio universale senza alcun pregiudizio pregiudizio universale che ci induce in tentazione ma non ci libera dal mare con un'apnea nota dove tra il dire e il suonare c'è di mezzo una spiaggia: la sabbia sono le parole la verità è il miraggio, un angelo che chiamano Paris per amore dei francesi ma che per amore del cielo preferiamo chiamare Azzurro e noi sappiamo il perché. Un apostrofo blu tango fra le parole gelato e limone.

Mi ha fatto capire con la sua musica che nella vita bisogna applicarsi e non inchiodarsi, se no si è dei poveri Cristi che la musica è una formula matematica a : b… mi ha fatto capire che l'importante non è essere leali ma avere le ali , mi ha fatto capire che bisogna voltarsi indietro nella vita ma non se sei in moto, su un dosso, durante un sorpasso , a fari spenti, ubriaco mentre nevica ma soprattutto mentre sta arrivando un autobus guidato da un bambino perchè ti toccherebbe di fermarlo , sgridarlo e fargli totò e se c'è un'imitazione che non so fare è quella. Dalle sue canzoni ho capito che il sole bacia i belli i così così li offusca la nebbia, gli orrendi li annega la pioggia fino alle scarpe in un pediluvio universale.

Vorrei avere tasti al posto dei denti e suonarli piano, vorrei battere tutte le casse toraciche del mondo, eseguire le sinfonie di Mea Culpa, suonare i seni di certe donne cornamusa, suonare dentro tutti i problemi del piffero e fare silenzio per sentire i suoni di tutti i trombati ad un esame qualsiasi anche quello della vista.

Vorrei accordare il mio piano e scordare il pianeta, cantare a squarcia gola sentendo l'eco della bocca rimbalzare nella gola e vedere scalatori aggrappati con corde vocali alle tonsille.

Mi piacerebbe suonare il colon e inventare un Jazz intestinale, ventriloquiare con una donna a punta a mani giunte anche se non so giunte da dove nel senso buono e mai nel buon senso.

Divento doganiere ai confini della realtà fino alla linea imaginot dove Caronte ti porta dal bene al benissimo.

Divento un cavallo alato e dico alato perché in mezzo c'è il fantino un cavllo che invece che al trotto va al troppo e stramazza al suolo morto come piacerebbe morire a me cioè dalla voglia.

Lui è il passeggero di se stesso si porta ovunque senza muoversi mai e saluto Giulio Verne che stasera è qui con noi; colui che sta per arrivare è come l'orizzonte non potrà mai tramontare. Dietro questa tela mi piace immaginarlo e saluto anche Gene Arlow dentro a niente appena appoggiato ad un'onda su un'onda, le famose onde per cui, sulla barca del contrario non a vele spiegate ma a vele raccontate perché chi spiega spesso sgualcisce l'acqua ed io so che per diventare oceani non basta fare un corso d'acqua ecco perché io lo imparo a memoria.

Vorrei che tutto ciò che ho detto fino adesso non suonasse come piaggeria vorrei che tutto ciò suonasse e basta.

Coma Reading - Alessandro Bergonzoni

Ecco l'inedito che Alessandro ha presentato al "Coma Reading" svoltosi la sera del 7 Ottobre 2001 al Teatro Arena del Sole di Bologna in occasione della chiusura della settimana dei Risvegli in favore de "Amici di Luca-Casa dei risvegli".

Mentre un chierichetto confonde sacrestia con carestia e muore di stenti. Mentre il centro esatto del dolore viene mancato almeno per una volta. Mentre durante una operazione molto delicata si formano gocce di sudore sulle ali di un angelo custode : del chirurgo o del paziente? Mentre qualcuno sta per farsi pazzo ( così come se fà giorno). Mentre la cute vigila ossa addormentate da solo 10 minuti (poi lei anche dorme).
Mentre alcune statuine del presepe si decidono e prendono la via del mare per una breve vacanza lontana dal muschio. Mentre un pianista prende il coraggio a quattro mani e decide di suonare con un altro pianista.
Mentre una vecchio fiamma decide di cercare il suo primo pompiere. Mentre una evitata collisione viene festeggiata non evitando la collisione di tutti i bicchieri di quanti erano sul treno dell' evitata collisione. Mentre un pinguino così, intervistato a caldo, taglia corto, perchè onestamente anche se non fosse intervistato così a caldo… Mentre alcuni spiriti fanno la riverenza ai propri corpi e viceversa. Mentre l'inutile tentativo di un ingoiatore di cactus si risolve in un nulla di fatto. Mentre il rinoceronte Casimiro sta sudando sette camice per mettersene una. Mentre un millesimo prima di un frontale tutti si accorgono anche di aver sbagliato strada c'è qualcuno che sta uscendo dal coma quanto basta per essere contenti nel mentre.

Vogliamo parlarne? Vogliamo parlare della speranza che ha un bacchetta magica anche se è finta? Della claustrofobia dei mattoni? Di tutta la quantità di grasso che c'è nelle navi? Della fiducia che si ripone nelle protesi? Dell'abnegazione di chi annega? Dello stirare sull'asse del water? Del riuscire a godere con un goniometro? Vogliamo parlarne? Della fatica silenziosa dei ponti? Dell'unione che fà la forza dei denti? Della fiducia che si ripone nelle protesi? Dell'immenso desiderio di poter tornare indietro dal danno subìto e subito? Stallio e Ollio a parte? Vogliamo parlarne? Della terra che buttata in aria ricade a terra? Del saper pascolare capri espiatori? Della mancanza assoluta di violenza che c'è in una culla? Vogliamo parlarne delle centinaia di metri del cavo orale? Del viaggio di sola andata di un raggio di sole? Della modesta, silenziosa, sempiterna scelta delle cartilagini? Del pene parafulmine? Ne vogliamo parlare veramente?

Ma ne siamo proprio sicuri di volerne parlare? Vogliamo parlare di chi si toglie il doppio mento poi decide anche di togliersi il doppio occhio, le doppie orecchie, le doppie mani e queste doppie labbra, per parlare la metà? Vogliamo parlare del dolore del nano che vede crescere solo i capelli? Vogliamo parlare della rapidità delle colle? Vogliamo parlare di chi disse “Fuori i nomi!” e così inventò i campanelli? Parlare di chi al posto del cervello ha un piede e se si muove viene considerato passo? Vogliamo parlare del sì e del no dei muti? Ma di che cosa stiamo parlando allora? Dell'essere fuori di testa delle narici? Dell'amare in mare aperto? Dell'odio che cova una gallina violenta? Del concetto anticoncezionale della spirale di violenza? Vogliamo parlarne? Dell'odore dell'odore? Di ogni quanto si lava il lenzuolo del fantasma? Perché se ne vogliamo parlare ne possiamo parlare!

Del piede che non sbadiglia ma quando è stanco è stanco? E del rapporto complesso tra compasso e compassione? Del rapporto tra oralità e sesso scritto? Del rapporto tra agonia e agonismo? (Me ne vado io?, No me ne sono andato prima io…) Se ne volete parlare ne parliamo! Della stupidità di prendere una mandria a noleggio? Perché se proprio ne vogliamo parlare, qui oggi ne possiamo parlare! E allora a questo punto parliamo del Sig. Green detto Mr. Tibody che tutti però chiamavano Mr. Paul dato che il suo vero nome era Mr. Frank. Vogliamo parlare del fatto che aveva uno strano rapporto tra amore e morte e con la moglie faceva l'amore ma con la morte niente? Parliamone! Fisicamente era un uomo eroso più che scavato, schivo più che schivoso. Un tipo uncinato cioè in ogni punto facilmente attaccabile. Protervo, calzone e mascalzone, calzino e mascalzino che so di poca entità ma mi serve per arrivare a scarpone e mascarpone: cioè dolce. Jenny era il nome della moglie ma non solo della moglie ma di un sacco di altra gente che si chiamava Jenny ma non era sua moglie; o meglio non lo era ancora perché non è detto che potesse diventarlo! Vogliamo porgere l'altra guancia? Vogliamo mettere il carro davanti ai buoi?

No, a noi ci serve soltanto non mettere limiti alla Livina Sopravvivenza! Ma questa è un'altra storia! Volete parlarne di un'altra storia? Ma no!!! Timmy era il figlio di Green e di Jenny. Ma non solo…era anche il cugino di Teddy l'amico più caro di Robby, lo scolaro preferito del professor Timoty, il fidanzatino di Kelly, il miglior cliente del negozio da “Bully”, Ma questa è un'altra storia. Blobby era il cane di Jenny di Green e di Timmy che viveva una vita monacale dentro all'unica cuccia con campanile. Era medico e lo si può dire perché trovava sempre la scusa che era di guardia. Ma questa è ancora un'altra storia. A proposito Norton non aveva figli, non aveva mogli, non aveva sonno non aveva niente a che vedere. Lavorava al porto di Neaples: lo si poteva vedere tutte le mattine cappello calato sulla testa, testa calata sul collo, collo calato su spalle, spalle su busto, busto su gambe, gambe su piedi, piedi su terra, terra su scarpe:_gliene era entrata. Lui amava la terra. Amava la terra, amava circondarsene come un albero. Infatti soleva dire “Mi sento come un albero. Lo dico così perchè se serve calza con l'esempio…” Era spinto a vivere da un'insopprimibile voglia di non morire, una voglia da morire. Ah mi dimenticavo ne vogliamo poi parlare, perché ne possiamo parlare e non parlare!

Se posso usare qualcosa che c'è tra gonna e gamba: calza? Se sì, sì, se no boh! Per me dobbiamo parlarne! Ogni volta che passava con l'auto vicino a un passante pensava: “E anche questo non l'ho ucciso…” Ogni volta che tagliava qualcosa in cucina pensava: “E anche questa volta non me lo sono piantato in pancia…” Ogni volta che scendeva di corsa da una scala pensava: “ Per fortuna non sono caduto battendo la testa e non sono entrato in coma. Non sono ancora entrato in coma, però non è detto che non ci possa ancora entrare; non è che hanno chiuso il coma, c'è ancora una possibilità… (Non è che il coma abbia dei periodi: aperto dalle alle… o chiuso da a… Però per fortuna adesso non ci sono ancora entrato…) Vogliamo parlare del concetto di fortuna? Del concetto di adesso? Del caso? Di quella montagna del caso che qualcuno può chiamare la catena del Caucaso? Non vorrei essere Pireneo e parlare solo di montagne, di insormontabilità, di destino, vogliamo parlare del cinismo del destino? Vogliamo parlare del fato? Ne avete voglia? Ne ho voglia? Vogliamo parlare dell'oggi a te, domani a te? Vogliamo parlare di altruismo? Certo: perché devo soffrire solo io. Che soffrano anche gli altri! Binomio dolore-valore? Miglioramento-crescita-espiazione? Karma? Vita precedente? Cambiamento-miglioramento? Ci interessa veramente? Quello che ci interessa veramente è sapere perché Timmy il figlio di Green e di Jenny lasciò scritto su una porta (ogni riferimento all'entrare e all'uscire e puramente voluto) quanto segue:

Questo è un anti testamento cioè non è quello che lascio se non torno ma quello che voglio quando torno… Quando torno voglio cambiare vita così posso mettermi pantaloni di una taglia più piccola. Voglio un letto a due piazze ed un monumento: il mio. Voglio un aereo con due enormi orecchie al posto delle ali: praticamente un Dumbojet. Voglio un fratello sole e una sorella luna, per divertirmi giorno e notte come San Francesco che parlava agli uccelli, stava zitto con i pesci e ripeteva tutto con i pappagalli. E a proposito voglio anche un pappagallo che dica Loreto e anche un altro pappagallo che dica Assisi. Quando torno voglio un motoscafo guidato da un idraulico per andare a trovare mia moglie quando le si rompono le acque. Voglio costruire un ospedale dove ci và chi non si è mai fatto niente e lo voglio chiamare “Ospedale Grandi Illesi”. Poi ne voglio costruire un altro dove ci và soltanto chi crede di essere amato e lo è stato; chi crede di essere il migliore e non lo è; di avere un sacco di soldi e non li ha: l' “Ospedale Grandi Illusi”. Quando torno voglio un cane da punta che disegni con me ma soprattutto che mi temperi le matite. Voglio un bel paio di sì nuovi per annuire anche sulla neve. Voglio diventare a tutti i costi amico di Alvaro per andare all'inaugurazione di una nave e poter dire, così tanto per dire, : “Sono stato al varo con Alvaro…” così per il gusto di fare. Voglio conoscere meglio i Sumeri e già che ci sono gli Stranz, gl Ignurant, i Sfighè. Voglio mettermi una benda sugli occhi e poter comprare e vedere tutte le cassette pirata che voglio. Voglio fare l'autostop con il medio senza risultare volgare. Voglio un pacemaker senza fili per telefonare tra me e me a chi mi sta veramente a cuore. Voglio fare piangere il mare calmo fino a farlo diventare un mare commosso. Voglio sporcare il coro delle voci bianche. Ma soprattutto permettetemi dal coma voglio ricavare dei comandamenti come dice la parola stessa:

1) Forse è meglio non fidarsi solo di quelli che non si sono svegliati.
2) Forse è meglio considerare il proprio caso come se fosse il primo, come se fosse l'ultimo o almeno come se fosse il più speciale.
3) Forse è meglio non fare un fascio di tutta un'erba medica .
4) Forse è meglio non obbedire, è meglio credere, l'importante è combattere.
5) Forse il coma è un'ouverture, al massimo un intermezzo , forse non deve essere mai considerato un finale andante.
6) Forse il tuo caso non è mai un caso, quindi è meglio non lasciare mai niente al caso.
7) Forse il coma è come un come: un modo per capire.
8) L'unica cosa che deve morire nel coma forse è il coma.
9) Credere che chi è in coma sia morto sarebbe come credere che chi dorme sia svenuto.
10) Se entri in coma appena puoi fatti vivo.

Ciunzy - Alessandro Bergonzoni

Caro Alessandro, le elezioni sono alle porte. Cosa succederà alla giunta? E ai singoli assessori? Tizio resta, Caio salta, monocolore, bicolore, quadricromia (?).
Come vedi il futuro elettorale di questa nostra città?

Mario Doxa, Bolognina

Mario mio o mio Mario ( o maramao Mario mao mio), tu mi chiedi come vedo il futuro elettorale di questa nostra città ed io non posso che dirti mi interessa poco.
Mi interessa come ad una trota con gli orecchioni interessa sapere a che punto è il rimboschimento nella zona dell’alta baviera.
E non che io ce l’abbia (o habbia ?) con i tedeschi, per carità! Per me sono come sorelle , come suore d’oltralpe, come cervi confratelli cicciottelli…
E tantomeno ce l’ho (o celò?) con la trota, che è pur sempre l’unico animale che non galopa per motivi grammaticali.
Piuttosto devo dirti che per me la politica è come la marmitta catalitica: urtica la cotica. Tu puoi ribattermi:” E allora la ninfa la sul sofà??”
Non hai tutti i torti, ma vedi, il cervello di ognuno di noi è come un giardino senza panchine: difficile è riposare , e facile che qualcuno faccia pipì sui nostri sogni.
Assessori, elezioni, e giunta? Lasciano il tempo che trovano: cioè se è bello resta bello, se piove resta piove.

Caro Alessandro, la tradizione popolare parla di Bologna la dotta, Bologna la grassa, Bologna la turrita. Non sembra questa la descrizione di una musa un po’ cicciotta, tradita dal marito? Sarei curiosa di sapere se questa è una sensazione solo mia o se anche tu la condividi.
Rispondimi presto!!!

Cinzia, 94 kg., Zola Predosa

Cari 94 kg. Di benessere, Bologna è una città con l’accento sulla effe, dove chi vuol esser lieto sia e tutti gli altri hanno la gotta.
Una città che si è espansa oltre il polistirolo e i confini della realtà dove ci sono dogane di sogno. Bologna è carica di humus.
E’ anche grassa, anche dotta, anche turrita, ma soprattutto è cifolona; e con cifolona intendo dire che se qualcuno nottetempo introduce dentro le sue mura un enorme cavallo di legno il mattino dopo c’è sicuramente chi ci scommette sopra: Bologna è un gioco che non è di nessuno.
Ne dei cuochi ne dei piccioni ne dei saggi ne dei ferraresi: Bologna è a buon rendere; prendere o lasciare, spargere o raccogliere, stendere o asciugare, spondere o sludrare! Una città che sa di essere l’ombelico del mondo deve arrivare nuda alla meta !


Caro Alessandro,
sono una colomba pasquale ricoperta di cioccolato e mandorle. Pasqua è già finita e nessuno mi ha comprata. Ora, il destino che mi si prospetta è quello di essere venduta con una mia amica ( due al prezzo di uno). Ti sembra giusto questo svilimento consumistico?

Motta, Coop S.Donato

Cara colombina,
il tuo problema mi strugge e mi porta a tergiversare poi a tergiriempire: e ciò fa sì che io mi imbottigli da solo.
La Pasqua è un periodo non facile per tutti basta pensare alla quantità di lombrichi che si impiccano coi fili d’erba o a tutte quelle persone che cercano di farlo con le corde vocali ma non riuscendo a mettere la testa dentro la bocca restano soltanto senza voce. Ciò per dirti di non ingigantire un problema che può essere risolto con un po’ di pazienza un pizzico di abnegazione e un pugno di prezzemolo. Il consumismo va annientato, circuendolo e fruttivendolo: solo così una colomba come te può evitare di essere venduta con un’amica e per giunta sottocosto.
Dai retta a me, fa finta di niente fa buon viso a cattiva sorte e preoccupati solo se hai le gambe storte! Lasciati andare trasforma la sfortuna in fortuna comprati un bel gelato al salmone e sorridi: vedrai che tutto cambia, parola di lupetto.

Caro Alessandro,
sono un ragazzo disperato. La mia patatina mi ha lasciato dopo 15 (!) giorni che stavamo insieme. Non mangio più, non dormo più… è un dolore insopportabile. La vita per me non ha più alcun senso!!…AIUTO!

Cyrano, Argelato

Caro Bersceracco,
so che quindici giorni di vita insieme lasciano il segno e forse molto di più di un sasso a punta preso in fronte il giorno di Natale, ma non puoi reagire con questa violenza.
L’amore è come la sigaretta: se non fumi diventi una volpe senza pelo, cioè diventa un vizio.
Il fatto che tu non mangi più e non dormi più è concepibile perché mangiare non è tutto (bisogna anche bere altrimenti ci si impaluga!) e dormire è un po’ morire quindi non piace a nessuno, ma non puoi parlare di dolore insopportabile: hai mai provato a chiudere una mano nella portiera di una macchina guidata dal marito della portiera?
Allora cosa sia insopportabile non lo immagini nemmeno.
Per quanto riguarda il senso della vita posso dirti che va da sinistra a destra, cioè in senso orario e questo ti sarà d’aiuto se consideri che anche mettendo l’orologio indietro la morte arriva puntuale.
Dimentica la patatina, la vita ha contorni diversi!

Caro sig. Alessandro,
ormai è primavera. Ma non ci sono più le primavere di una volta! Amarcord, quando ero giovane, che le stagioni erano stagioni, micca come adesso che non si capisce più niente. Secondo Lei, dove andremo a finire di questo passo?

Argia Stupazzoni, Castel d’Aiano

Oh mia bella Argia Stupazzoni di Castel d’Aiano,
devo dirti subito che io non ho la verità in tasca: soglio tenerla in busta chiusa ri-posta in un cassetto segreto anche a me (quindi la trovo raramente) ma qualcosa posso dirti .
Se si parte dall’assioma che una rondine non fa primavera, anche un ciuco intuisce che l’apparenza inganna, che non tutto ciò che brilla è oglio e che ci sono scimmie che bananano su bucce da scivoli.
Questo per dire che è perfettamente inutile rivangare, immalinconirci come dei sorci, abbatterci come sequoie segate dalla lama del passato, oggi è oggi, ieri è ieri, domani è domani, poi è poi, allora è allora, e potrei andare avanti all’Infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia in genere. Ascolta il mio consiglio: dà un calcio al passato ma attenta a non rovesciare il minestrone…

Caro Alessandro,
l’estate è scoppiata. Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le … A peoposito di look, cosa farà

tendenza indossare sulle nostre spiagge: intero, bikini o monokini?

Anna Club, Milano

Oh mia cara o mia cara Clementina,
il problema del come vestirsi oggi è un po’ lo stesso di ieri quando c’era il problema vestirsi ieri; mi chiederai: e il vestirsi domani?
Ti ringrazio della domanda e come al solito spero mi ringrazierai della risposta. Il dilemma “intero, bikini, monokini” esiste ed è un dilemma con l’emme moscia e la “u” di gattu.
Per quanto riguarda l’intero devo dirti che non lo prediligo perché l’intero è una parte del lordo e la cosa non mi sa di pulito, soprattutto se escludiamo i due mezzi senza tara e dimmi tu chi oggi non ha almeno una tara.
Il bikini poi ormai è sorpassato, dato che ormai e sorpassato.
Il monokini già mi sfagiola un zinzello di più anche se è ancora troppo coprente; perché nascondere?
Forse abbiamo qualcosa di cui vergognarci? Perché celare? Lasciamo che a celare sia solo il cielo.
Se non l’hai ancora capito io sono per nulla, il fantascientifico “nudo nato”, lo strabiliante “come mamma fece”, corpo e anima senza orpelli, anche perché non so cosa vuol dire “senza”.
Il sole ci avvolgerà nel suo pledd di raggi non biciclistici, l’aria fresca fascerà sciarpisticamente ciò che l’inverno ha cassafortato troppo gelosamente, i belli saran belli i brutti saran brutti, perché come diceva Otto Flamingh “Attenti al coccige, non basta il mastice!”.

Caro Alessandro,
giù dalla Maria, quella che c’ha il ristorante su alla Raticosa. Non sapevo cosa scegliere. Quando m’ha detto: “Siutto o da brodo” mi son trovata in braghe di tela. Lei come pensa che ci si regoli, siutto o da brodo?

Olga, Madonna dei Fornelli

Carolga,
ricordati sempre il detto “Siutto ti da tutto, brodo non c’è modo!”.
Questo vecchio anacoluto ci fa capire tanto sull’alimentazione in generale e sulla cucina nostrana, sia coi pantaloni che con la sottana.
In un metro di brodo ci sono più proteine che sganapine e ciò la dice lunga. In un litro di tagliatelle invece sono più i comedoni di destrosio che le vitamine alfabetiche e ciò fa sì che cià fa ciò, ci cià ciù, ci fa si ciù ciù. Come vedi alle volte basta avere un tessuto connettivo un po’ più perspicace per arrivare a tanto, anche se non dico molto. Parola di saggio cinconciso.


Caro Alessandro,
dopo tutto quello che si è detto sul caso Wanna Marchi, pensi sia proprio possibile ricavare droga dalle alghe come c’era scritto sull’ultimo numero di Bolero?

Katia e Morena. II^ D Istituto Sirani

MoreneKatieKarissime,
dpo tutto quello che si è detto su codella, odessa, che dir si voglia, meglio non parlarne propriopiù.
Osta bara, diamo a Cesare quel che è di Giulio e lasciamo che i merli dicano la loro che io dico la mia, larga la soglia stretta la via, chiudi il cancello e vattene via.
Intendo dire che ormai i giornali sull’argomento hanno rotto, lei ha rotto, le alghe pure, sia quelle vere che quelle vere.
L’argomento mi glassa le castagne, mi irrora di noia fino al colon, mi ragnatelizza la fantasia: abbasso l’argomento viva Bitossi, viva le donne in cinta, abbasso la cronaca, abbasso il fattaccio, evviva Paolo Giaccio, viva l’amore libero abbasso il bagno occupato!
( P.S. Dite a Laura che l’amo.)

Caro Alessandro,
da tre settimane faccio ormai lo stesso sogno e ogni volta mi risveglio sempre più angosciato. Sogno di essere un bidone della spazzatura e sono costretto a mangiarmi tonnellate di schifezze al giorno. Non ne posso più!! Che cosa significherà?

Egisto, A.M.I.U. Bologna

Caregesto amniuizzato,
quando tu mi parli di schifezza mi corre sempre alla mente l’immagine della mia seconda moglie, ma questi forse sono fatti troppo personali; per quanto riguarda invece il tuo problema, vorrei ricordarti che i sogni si dividono in ventidue categorie tra cui la tua e la mia o anche quella di chi chissà chessia. Il sogno è un po’ come la ciliegina sulla trota del pescatore che dorme se non piglia pesci; come dice il proverbio “ dormire sognare è un po’ morire, ma guarda e passa”.
Il tuo sogno simboleggia comunque qualcosa di cui non ti voglio parlare perché non so cosa sia; forse analizzandolo meno attentamente, il bidone della spazzatura è il tuo bidone della spazzatura, e tu che mangi tonnellate di schifezza, sei tu che mangi tonnellate di schifezza. (Per questo anche nel sogno non ne puoi più).
Freud diceva che i sogni sono sogni e che è inutile menar tanto il can per l’aia. La differenza che passa infatti tra sogno e realtà la conosce anche un bambino, quindi cerca lui e chiediglielo io ormai sono avanti con gli anni e devo anche andare avanti con le altre risposte.
Scusa se ti lasci ma in fondo è anche vero che non ci siamo mai messi assieme.
Se comunque tu volessi farlo, telefonami al numero che apparirà scritto sulla tua radio Lina.

Caro Alessandro,
sono una gallinella disperata. Quest’estate, mentre tutte le mie amiche hanno cuccato a destra e a manca, io sono rimasta lì come un baccalà e nessuno mi ha degnata nemmeno di uno sguardo. Che cos’ho che non va? Perché non piaccio?

Marta, fattoria dei Mac Kenzie
v
Ohmiamarta O miamà,
non devi fare la gallinella disperata, ricorda che i panni sporchi vanno lavati in casa del condannato e perciò infilati un paio di mutande in testa, esci di casa e cammina tra la gente: vedrai che rilassandoti acquisterai sicurezza e se vorrai comprare qualcosa veramente, acquisterai anche quella cosa. Tu mi chiedi cos’hai che non va e perché le altre copulano e tu no. Ma ti sei mai vista allo specchio eh? Non hai fatto caso al quel tuo non so che, che fa si che chiunque ti dica no? Ma cos’hai gli occhi foderati di caciotta? Guarda che se la faccia fa una rapina, anche l’occhio vuole la sua parte? Ciò per dirti che il lato estetico è importante e l’atteggiamento ancor di più: non puoi sempre avere quello sguardo da alce in deltaplano!
Tirati su, o sbattiti giù ma per sempre. Scusa la mia durezza ma non conoscendoti e non avendoti mai vista, l’ho dovuto fare, anch’io ho i tuoi problemi, ma fingo come fungo, non mi immuschio negli affari degli altri, mi lascio crescere nel bosco della vita finché un principiante non mi bacerà e mi trasformerà in un paguro Bernardo scontroso ma felice. Fa come ti ho detto o una tua zia andrà a finire sopra un’automobile.

Caro Alessandro,
sono uno che non si intende di cinema e i miei amici al bar mi prendono in giro. Cosa mi consigli di andare vedere per fare un figurone in compagnia?

Giuseppe, bar Sport

Josef,
esci subito dal bar e corri a casa. Cambiati d’abito fatti una doccia, asciugati l’abito e corri a man bassa verso il cinema più vicino.
Qualsiasi cosa vedrai andrà bene perché il cinema è una cosa meravigliosa. Esagerazioni paradossali a parte è ben inteso che è meglio vedere un brutto film al cinema che un brutto film alla televisione e viceversa no.
Forse inoltre un film bello da consigliarti ce l’ho; si intitola “Ciuff”: la bicicletta impazzita”. Racconta la storia di un soldato che tornato dalla guerra s’accorge di avere un calzino bucato e dice:” Ma che storia è questa. Così non posso continuare” e vuole farla finita. Si spara in testa ma siccome ha molti capelli la pallottola si ferma e lui sopravvive, se non che un giorno un barbiere, sviene e muore.
La polizia lo indizia per non aver commesso il fatto e lui prende la sua bicicletta e… ciuff, scappa felice verso il suo destino.
Il film vuole fare capire all’uomo della strada che è meglio attraversare sulle strissie oppure sulle erbe lissie, altrimenti le bissie alsano le cossie per fare le pissie. W Emiliano Zapata!

Caro Alessandro,
io e il mio ragazzo, che fa il Pacinotti, abbiamo rapporti da quasi 5 mesi con il metodo “Knapp”. Continuamo a slegare o cambiamo metodo? Tu cosa usi?

Marika, Borgonovo di Pontecchio Marconi

Cara erotomane,
l’importante è continuare a slegare per non tornare a restare per non annegare nel mare per non optare ma cooptare. Rema e sarai la moglie di Romolo, va a Roma scegli uno dei sette colli e regalagli una collana di libri.
Continua a slegare Marika, questo ti voglio dire. La vita sentimentale è una corda senza nodi per non dimenticare che amare vuol dire non dover mai dire “ ho della mortadella sulla pancia”. Certo che però avere rapporti da cinque mesi col metodo Knapp ha i suoi vantaggi: primo non avrai mai mal di denti, secondo non avrai mai mal di denti, terzo mi ripeto, quarto boh.
Per quanto riguarda poi cosa uso io posso dirti che sono ormai 43 anni che uso il metodo “ Dio li fa poi li accoppa” e cioè io e la mia partner ci picchiamo fino allo spasimo almeno tre volte all’ora. Bassi istinti dirai tu, non posso negarlo. Sarei un folle, invece l’importante è avere una marcia in più come te.
Vai avanti a testa alta ma stai attenta perché puoi sbattere contro qualcosa.

Caro Sig. Bergonzoni,
il mio nipotino Luca alla fiera di S:Lucia ha voluto le statuine di terracotta, ma io ce le ho comprate di plastica, se no le rompe (e anche le palle dell’albero)… Sono massificata “ di mondi”?

Cesara, chiosco banane, mercatino di p.zza Aldrovandi

Cara capa del chiosco,
il tuo nipotino ben sa che una zietta così non si può certo massificata anche anche perché non so cosa vuol dire “certo”. Sappi che la terracotta è uno dei quattro elementi fondamentali con terra aria acqua vino pane Marcellino le fragole e Zeno Colò.
Perciò hai fatto bene a comprare al tuo parentuzzo le statuine di plastica, datosi che la plastica è come la speranza cioè l’ultima a morire come del resto le palle di Natale. Cosa sarebbe un Natale senza albero addobbato, cosa sarebbe Pasquale senza uova cioccolata sorpresata?
Non ti nascondo niente, così non c’è niente da trovare. Pensa bene a questa massima e ricordati che ho usato una massima perché non so che taglia porti. Tuo XL.

Caro geometra,
dopo le lettere di Moro, il ritrovamento dei resti del Mig libico, pensa che ci siano ragionevoli possibilità di ritrovare la “secchia rapita” e scongiurare la crisi della giunta comunale?

Renzo Imbeni, palazzo d’Accursio

Mi sembra una lettera un po’ strana, ma facciamo finta di prendere un deltaplano e sorvoliamo.
Caro Renzo,
la secchia rapita non esiste, non è mai esistita e se esisterà papparapero papparapà! So di essere stato un po’ duro ma noi intellettuali di ferro abbiamo questa caratteristica strana che fa rima con damigiana, perché in vino veritas, in lino terital, in bocca carias in testa arias.
Per scongiurare qualsiasi cosa bastano tre ingredienti fondamentali: oro, incenso e mirra, tra cui l’ultimo più che gli altri perché il primo e il secondo sono a menù fisso.
Ciò le dovrebbe fare capire che alle volte basta un poco di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù. Sua Mary Poppins bergonzonata.


Caro Alessandro,
scusami se ti disturbo, ma sono disperato! Ho perduto una renna e la sto cercando da dopo Natale, ma nulla…
Nessuno l’ha vista, non riesco a trovarla. Non è che per caso tu ne sappia qualcosa? Non posso stare senza una delle mie fanciulle!!!

Babbo Natale, Nordaustlandet


Caro Papi Natal,
la tua storia mi ha talmente commosso che ogni volta che mi telefona un salice piangente mi viene da ridere. Non hai idea di come ti capisco, la stessa cosa è successa a me o quasi, infatti a me quest’anno è scappata solo la slitta e mi sono rimaste le renne (destino birichino). Se ti può aiutare ti presto una delle mie. Non è una cosa impossibile, te la spedisco in una busta chiusa, bagaglio appresso, fermo posta, raccomandandotela espressamente par avion. Si chiama Livio, è una renna autoctona eunuca orfana di se stessa dall’età di sette anni, Veste sportivo, sembra dimessa ma vive sempre in ospedale. Ha un carattere aperto (escluso il giovedì mattina) mangia poco, cucina molto, non sporca, anzi pulisce, e soprattutto parla correttamente tre lingue escluso quella salmistrata. E questo si deve attribuire al fatto che ha un fratello prete. Spero che questo ti allieti con due “elle”, ti sollevi con due “elle”, perché sentirti così mia abbatte con due “bi” e due “ti”. So che sei un brav’uomo con due “o” e che senza di te il mondo perderebbe un uomo di garande valore morale e siderale, una persona che che regala molto, soprattutto ai bambini buoni.
Ricordati di me, se proprio non ti viene in mente, telefonami che ti dico chi sono. E sappi che ti siamo tutti molto vicini, ma i veri vicini sono quelli che abitano nel tuo pianerottolo. Beati loro e beati tutti i santi compreso san Tuario protettore di tutti i Tuari.
Caro Alessandro,
vivo in una catapecchia che fa acqua da tutte le parti, non c’è il riscaldamento e neppure un bagno. Come se non bastasse pago una follia d’affitto. E’ possibile che non si faccia nulla per risolvere il problema casa? E’ vita questa?

Zio Tom, Strada Maggiore

Caro zio,
vivi nelle fogne e odi i ratti? Trasloca. Hai il problema della casa? Vai in albergo. Questo caro è filosofia spicciola, soprattutto per chi non ha da cambiare. Il fatto che tu sia lo Zio Tom mi fa pensare che dicendo “pancia mia fatti capanna” possa permetterti di vivere nel tuo stomaco con agio, o se proprio non ti va anche da solo (cioè a disagio). Capisco che la casa oggi sia un problema più grosso della casa di ieri, soprattutto se si pensa alla casa di domani, ma siccome nel doman non v’è certezza , perché prendersela?
Non te la prendere, fai orecchie da mercante, cioè venditi i lobi: col ricavato comprati una scatola di svedesi, impara la loro lingua e valli a trovare in Svezia.
Viaggiando si impara mentre andando con lo zoppo si impara a rubare, soprattutto se lo zoppo è cleptomane. Impara dalla gazza! Fai come Rossini! Se questi consigli non ti bastano telefonami a questi numeri: 29827345826447698102.
P.S. Se anche i numeri che ti ho dato non bastano, aggiungi degli altri numeri; esempio: 7348252722 o anche a tua libera scelta. Ritieniti libero, almeno fino a che qualcuno non entra dentro di te e chiude a chiave perché a quel punto ti dovresti ritenere occupato.

Caro Alessandro,
i ragazzini dell’oratorio mi hanno chiesto di vedere alcuni film al cinema parrocchiale come “ la ragazza e lo stallone nero”, “Afrikanal”, “Ogni volta di più”, ecc. pensi possano essere adatti in preparazione alla Cresima? Sai io non me ne intendo di cinema…

Don Venanzio, Galliera

La cresima e il cinema sono veramente legati da un cordone ombelicale, se mia madre me lo permette, che io reputo fantastico. L’esempio più classico è appunto Marcellino pene e vino, dove Marcellino fa i due personaggi principali, il pane e il vino che alla fine si innamorano e si uccidono per sempre dalla gioia.
Tutto questo mi serve per dire , caro Don Venanzio, che oggi anche il film più spinto ha qualcosa da insegnare a tutti, quindi anche i film che apparentemente possono sembrare senza carburante ( cioè i più spinti) ci fanno capire la vita vera, perché non c’è vita senza amore, non c’è amore senza sesso, non c’è sesso senza amore, non c’è casa senza cesso , non c’è busto senza gesso. Non c’è cosa senza nesso!
Anche i ragazzini del tuo oratorio capiranno questi rudimenti elementari o questi elementi rudimentali senza i quali l’uomo non è tale o un tale non è un uomo.
Caro Don Venanzio non aver timore, la scuola della vita è più importante dell’oratorio così come la pianura è più importante del promontorio.
Questa è la verità, mi devi credere altrimenti sarei un bugiardo, vanverotto, pinocchietto e puffarolo.
Un bacio ed abbraccio, una stretta di cuore, quasi un infarto.

Caro Alessandro,
mi hanno detto di rivolgermi a te per qualsiasi tipo di problema ed eccomi qua a sciverti sperando di trovare una soluzione. Sono calvo da una vita, le ho provate tutte ma non ho mai visto crescere un capello sulla mia testa. Se conosci qualche rimedio miracoloso me lo potresti suggerire?
Telly Savalas, Los Angeles

Carissimo Plè,
come diceva un mio amico musicista il tuo è un problema del piffero e come diceva un mio amico sessuologo vegetariano il tuo è un problema del cavalo. E sai perché ti dico questo? Ah lo sai? Allora non sto a ripetermi; comunque io un rimedio non dico infallibile ma inutile non l’o( a te mancano i capelli a me ogni tanto manca l’acca).
Posso però dirti che ci sono dei vantaggi con la calvizia: non avrai mai un diavolo, non avrai mai le doppie punte ( a meno che non ti cosparga d’asparagi la calotta), digerirai meglio, le ragazze non ti disprezzeranno mai per come porti la frangia e soprattutto dei soprattutti non ti cadranno mai i capelli che credo sia una delle peggiori cose che possono capitare ad una persona della tua levatura.
P.S: ( Non accettare mai parrucche da sconosciuti, perché potrebbero esserci in mezzo delle caramelle).

Caro Alessandro,
sai cos’è che canta e non è un uccello, ha le ruote e non è una macchina?

Anonimo Veneziano, Porto Marghera

Caromonimo anonimo geronimo eccetera,
se canta e non è un uccello può essere solo due cose: o il tacchino spermicida in vena di stupidate o un soldo di cacio che non la trova mai pari e allora la spiana fin che non lo diventa.
Ma quello che mi fa sorgere il dubbio è il fatto che abbia le ruote e non sia una macchina: perché in questo caso può essere solo una cosa: la zia Ornella. La conosco da vent’anni e se c’è una cosa che mi ha sempre lasciato di gesso è una frattura. Spero di avere indovinato se non fosse così spero almeno di avere indovinato.
Aspetto altri indovinelli nel frattempo vivo come da copione. Ciau.