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venerdì, marzo 18, 2005

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mercoledì, marzo 16, 2005

The Case Against Michael Jackson: The Psychologist - March 15, 2005

The Case Against Michael Jackson: The Psychologist - March 15, 2005: "Doctor who interviewed accuser says Jackson no pedophile; tells cops teenager invoked name of boy who brought 1993 molestation charges

MARCH 15--Michael Jackson 'doesn't really qualify as a pedophile. He's really just this regressed 10-year-old.'

That was the surprising evaluation offered to police by Dr. Stanley Katz, the Los Angeles child psychologist who interviewed the singer's teenage accuser and the boy's brother--and who is expected to soon testify as a government witness at Jackson's molestation trial.

In a taped June 2003 telephone interview, Katz, 55, gave a Santa Barbara sheriff's investigator his 'off the record' opinion of the 46-year-old entertainer. Jackson, Katz told Det. Paul Zelis, 'is a guy that's like a 10-year-old child. And, you know, he's doing what a 10-year-old would do with his little buddies. You know, they're gonna jack off, watch movies, drink wine, you know. And, you know, he doesn't even really qualify as a pedophile. He's really just this regressed 10-year-old.'

'Yeah, yeah, I agree,' replied Zelis.

According to Katz, he twice interviewed Jackson's alleged victim and the teenager's younger brother in his Beverly Hills office, once on May 29, 2003 and again the following month. During those interviews, the younger boy spoke openly of Jackson's alleged illicit behavior, while the older boy broke down when Katz asked whether he had ever been molested by the performer.

It was during these sessions that the older boy surprisingly revealed that he was aware that Jackson had faced prior child abuse allegations (a criminal probe evaporated after an eight-figure civil settlement was struck in 1994 with accuser Jordan Chandler and his family).

Katz told Zelis that it took a lot of time to get the older boy to trust him, noting that he was aided by the child's mother, who 'had to really spell out' that the psychologist was 'helping us, wo"

Gmail - [16/3] - ritiro dei soldati italiani dall'Iraq

Il tempismo di Berlusconi

Con la decisione di ritirare le truppe italiane dell'Iraq,
Silvio Berlusconi ha dimostrato che la politica viene prima
dei grandi ideali con cui aveva difeso la partecipazione
dell'Italia alla missione in Iraq. In poche parole, ha
dimostrato di avere un'abilità politica superiore a quella
di Aznar e Zapatero. Rispetto al primo, è stato più attento
agli umori dell'opinione pubblica, prendendone le distanze
anche con decisioni impopolari, ma senza mai deluderla.
Inoltre Berlusconi sa che dovrà ritirare le truppe prima
delle elezioni del 2006, e ha scelto il momento migliore
per annunciarlo. Il Cavaliere ha dimostrato anche maggiore
intelligenza politica rispetto a Zapatero: annunciando che
il ritiro non sarà totale e immediato, bensì parziale e
proporzionale alla stabilità del governo iracheno, ha
conservato un buon margine di manovra evitando di deludere
l'alleato statunitense.

El Mundo, Spagna [in spagnolo - a pagamento]

http://www.elmundo.es/diario/opinion/1771207.html

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L'Italia lascia l'Iraq
Berlusconi ha annunciato il ritiro dei soldati italiani
dall'Iraq dieci giorni dopo la liberazione di Giuliana
Sgrena, durante la quale Nicola Calipari è stato ucciso dal
fuoco amico degli americani. La maggior parte degli italiani
ha rinnovato con forza la sua richiesta di ritiro immediato
delle truppe. Berlusconi, anche se in ritardo, ha capito
che non può ignorare i sentimenti dell'opinione pubblica, e
cerca di andar via dell'Iraq scontrandosi il meno possibile
con il suo amico Bush.

El Periódico de Catalunya, Spagna [in spagnolo]

http://www.elperiodico.com/default.asp?idpublicacio_PK=5&idioma=CAS&idnoticia_PK=194886&idseccio_PK=5&h=050316>

Gmail - [16/3] - ritiro dei soldati italiani dall'Iraq

L'Italia comincia il ritiro dei soldati dall'Iraq

Il premier italiano Silvio Berlusconi ha detto ieri che
intende cominciare il ritiro dei tremila soldati italiani
dall'Iraq a settembre: un segnale che il prezzo della
fedeltà all'alleato americano stava diventando troppo alto.
Berlusconi, uno dei più fedeli alleati di George W. Bush, ha
dosato bene le parole, dichiarando nel corso di un talk show
televisivo che il ritiro dipenderà dalla stabilità del
governo iracheno. Ma non c'è dubbio che il Cavaliere non
stava pensando solo all'Iraq, visto che ha anche annunciato
la sua candidatura alle elezioni del 2006: considerata
l'opposizione alla guerra della maggior parte degli
italiani, molti commentatori politici pensano che
Berlusconi dovrà ritirare i soldati entro quella data.

The New York Times, Stati Uniti [in inglese]

http://www.nytimes.com:80/2005/03/16/international/europe/16italy.html?

Gmail - [16/03] - Berlusconi annuncia il ritiro graduale dall'Iraq

Berlusconi annuncia il ritiro graduale dall'Iraq
"Gi? da settembre cominceremo una progressiva riduzione del
numero dei nostri soldati in Iraq". Silvio Berlusconi,
davanti alle telecamere di Porta a porta, ha cambiato
l'angolatura del dibattito italiano sulla missione militare
in iraq, scrive Maurizio Caprara sul Corriere della Sera. In
pubblico, finora, i membri del governo del nostro paese ne
avevano parlato stando attenti a evitare date precise di
rientro. Quando ne avevano ipotizzate, non erano mancate le
precisazioni successive. ? bene tenere presente che ieri
Berlusconi ha legato un ritiro a fattori tutti da
verificare: "Dipende dalla capacit? che il governo iracheno
avr? nel dotarsi di adeguate forze dell'ordine e di
sicurezza", ha affermato, e dal raggiungimento di
"condizioni di sicurezza accettabili".