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domenica, maggio 22, 2005

Ciunzy - Alessandro Bergonzoni

Caro Alessandro, le elezioni sono alle porte. Cosa succederà alla giunta? E ai singoli assessori? Tizio resta, Caio salta, monocolore, bicolore, quadricromia (?).
Come vedi il futuro elettorale di questa nostra città?

Mario Doxa, Bolognina

Mario mio o mio Mario ( o maramao Mario mao mio), tu mi chiedi come vedo il futuro elettorale di questa nostra città ed io non posso che dirti mi interessa poco.
Mi interessa come ad una trota con gli orecchioni interessa sapere a che punto è il rimboschimento nella zona dell’alta baviera.
E non che io ce l’abbia (o habbia ?) con i tedeschi, per carità! Per me sono come sorelle , come suore d’oltralpe, come cervi confratelli cicciottelli…
E tantomeno ce l’ho (o celò?) con la trota, che è pur sempre l’unico animale che non galopa per motivi grammaticali.
Piuttosto devo dirti che per me la politica è come la marmitta catalitica: urtica la cotica. Tu puoi ribattermi:” E allora la ninfa la sul sofà??”
Non hai tutti i torti, ma vedi, il cervello di ognuno di noi è come un giardino senza panchine: difficile è riposare , e facile che qualcuno faccia pipì sui nostri sogni.
Assessori, elezioni, e giunta? Lasciano il tempo che trovano: cioè se è bello resta bello, se piove resta piove.

Caro Alessandro, la tradizione popolare parla di Bologna la dotta, Bologna la grassa, Bologna la turrita. Non sembra questa la descrizione di una musa un po’ cicciotta, tradita dal marito? Sarei curiosa di sapere se questa è una sensazione solo mia o se anche tu la condividi.
Rispondimi presto!!!

Cinzia, 94 kg., Zola Predosa

Cari 94 kg. Di benessere, Bologna è una città con l’accento sulla effe, dove chi vuol esser lieto sia e tutti gli altri hanno la gotta.
Una città che si è espansa oltre il polistirolo e i confini della realtà dove ci sono dogane di sogno. Bologna è carica di humus.
E’ anche grassa, anche dotta, anche turrita, ma soprattutto è cifolona; e con cifolona intendo dire che se qualcuno nottetempo introduce dentro le sue mura un enorme cavallo di legno il mattino dopo c’è sicuramente chi ci scommette sopra: Bologna è un gioco che non è di nessuno.
Ne dei cuochi ne dei piccioni ne dei saggi ne dei ferraresi: Bologna è a buon rendere; prendere o lasciare, spargere o raccogliere, stendere o asciugare, spondere o sludrare! Una città che sa di essere l’ombelico del mondo deve arrivare nuda alla meta !


Caro Alessandro,
sono una colomba pasquale ricoperta di cioccolato e mandorle. Pasqua è già finita e nessuno mi ha comprata. Ora, il destino che mi si prospetta è quello di essere venduta con una mia amica ( due al prezzo di uno). Ti sembra giusto questo svilimento consumistico?

Motta, Coop S.Donato

Cara colombina,
il tuo problema mi strugge e mi porta a tergiversare poi a tergiriempire: e ciò fa sì che io mi imbottigli da solo.
La Pasqua è un periodo non facile per tutti basta pensare alla quantità di lombrichi che si impiccano coi fili d’erba o a tutte quelle persone che cercano di farlo con le corde vocali ma non riuscendo a mettere la testa dentro la bocca restano soltanto senza voce. Ciò per dirti di non ingigantire un problema che può essere risolto con un po’ di pazienza un pizzico di abnegazione e un pugno di prezzemolo. Il consumismo va annientato, circuendolo e fruttivendolo: solo così una colomba come te può evitare di essere venduta con un’amica e per giunta sottocosto.
Dai retta a me, fa finta di niente fa buon viso a cattiva sorte e preoccupati solo se hai le gambe storte! Lasciati andare trasforma la sfortuna in fortuna comprati un bel gelato al salmone e sorridi: vedrai che tutto cambia, parola di lupetto.

Caro Alessandro,
sono un ragazzo disperato. La mia patatina mi ha lasciato dopo 15 (!) giorni che stavamo insieme. Non mangio più, non dormo più… è un dolore insopportabile. La vita per me non ha più alcun senso!!…AIUTO!

Cyrano, Argelato

Caro Bersceracco,
so che quindici giorni di vita insieme lasciano il segno e forse molto di più di un sasso a punta preso in fronte il giorno di Natale, ma non puoi reagire con questa violenza.
L’amore è come la sigaretta: se non fumi diventi una volpe senza pelo, cioè diventa un vizio.
Il fatto che tu non mangi più e non dormi più è concepibile perché mangiare non è tutto (bisogna anche bere altrimenti ci si impaluga!) e dormire è un po’ morire quindi non piace a nessuno, ma non puoi parlare di dolore insopportabile: hai mai provato a chiudere una mano nella portiera di una macchina guidata dal marito della portiera?
Allora cosa sia insopportabile non lo immagini nemmeno.
Per quanto riguarda il senso della vita posso dirti che va da sinistra a destra, cioè in senso orario e questo ti sarà d’aiuto se consideri che anche mettendo l’orologio indietro la morte arriva puntuale.
Dimentica la patatina, la vita ha contorni diversi!

Caro sig. Alessandro,
ormai è primavera. Ma non ci sono più le primavere di una volta! Amarcord, quando ero giovane, che le stagioni erano stagioni, micca come adesso che non si capisce più niente. Secondo Lei, dove andremo a finire di questo passo?

Argia Stupazzoni, Castel d’Aiano

Oh mia bella Argia Stupazzoni di Castel d’Aiano,
devo dirti subito che io non ho la verità in tasca: soglio tenerla in busta chiusa ri-posta in un cassetto segreto anche a me (quindi la trovo raramente) ma qualcosa posso dirti .
Se si parte dall’assioma che una rondine non fa primavera, anche un ciuco intuisce che l’apparenza inganna, che non tutto ciò che brilla è oglio e che ci sono scimmie che bananano su bucce da scivoli.
Questo per dire che è perfettamente inutile rivangare, immalinconirci come dei sorci, abbatterci come sequoie segate dalla lama del passato, oggi è oggi, ieri è ieri, domani è domani, poi è poi, allora è allora, e potrei andare avanti all’Infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia in genere. Ascolta il mio consiglio: dà un calcio al passato ma attenta a non rovesciare il minestrone…

Caro Alessandro,
l’estate è scoppiata. Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le … A peoposito di look, cosa farà

tendenza indossare sulle nostre spiagge: intero, bikini o monokini?

Anna Club, Milano

Oh mia cara o mia cara Clementina,
il problema del come vestirsi oggi è un po’ lo stesso di ieri quando c’era il problema vestirsi ieri; mi chiederai: e il vestirsi domani?
Ti ringrazio della domanda e come al solito spero mi ringrazierai della risposta. Il dilemma “intero, bikini, monokini” esiste ed è un dilemma con l’emme moscia e la “u” di gattu.
Per quanto riguarda l’intero devo dirti che non lo prediligo perché l’intero è una parte del lordo e la cosa non mi sa di pulito, soprattutto se escludiamo i due mezzi senza tara e dimmi tu chi oggi non ha almeno una tara.
Il bikini poi ormai è sorpassato, dato che ormai e sorpassato.
Il monokini già mi sfagiola un zinzello di più anche se è ancora troppo coprente; perché nascondere?
Forse abbiamo qualcosa di cui vergognarci? Perché celare? Lasciamo che a celare sia solo il cielo.
Se non l’hai ancora capito io sono per nulla, il fantascientifico “nudo nato”, lo strabiliante “come mamma fece”, corpo e anima senza orpelli, anche perché non so cosa vuol dire “senza”.
Il sole ci avvolgerà nel suo pledd di raggi non biciclistici, l’aria fresca fascerà sciarpisticamente ciò che l’inverno ha cassafortato troppo gelosamente, i belli saran belli i brutti saran brutti, perché come diceva Otto Flamingh “Attenti al coccige, non basta il mastice!”.

Caro Alessandro,
giù dalla Maria, quella che c’ha il ristorante su alla Raticosa. Non sapevo cosa scegliere. Quando m’ha detto: “Siutto o da brodo” mi son trovata in braghe di tela. Lei come pensa che ci si regoli, siutto o da brodo?

Olga, Madonna dei Fornelli

Carolga,
ricordati sempre il detto “Siutto ti da tutto, brodo non c’è modo!”.
Questo vecchio anacoluto ci fa capire tanto sull’alimentazione in generale e sulla cucina nostrana, sia coi pantaloni che con la sottana.
In un metro di brodo ci sono più proteine che sganapine e ciò la dice lunga. In un litro di tagliatelle invece sono più i comedoni di destrosio che le vitamine alfabetiche e ciò fa sì che cià fa ciò, ci cià ciù, ci fa si ciù ciù. Come vedi alle volte basta avere un tessuto connettivo un po’ più perspicace per arrivare a tanto, anche se non dico molto. Parola di saggio cinconciso.


Caro Alessandro,
dopo tutto quello che si è detto sul caso Wanna Marchi, pensi sia proprio possibile ricavare droga dalle alghe come c’era scritto sull’ultimo numero di Bolero?

Katia e Morena. II^ D Istituto Sirani

MoreneKatieKarissime,
dpo tutto quello che si è detto su codella, odessa, che dir si voglia, meglio non parlarne propriopiù.
Osta bara, diamo a Cesare quel che è di Giulio e lasciamo che i merli dicano la loro che io dico la mia, larga la soglia stretta la via, chiudi il cancello e vattene via.
Intendo dire che ormai i giornali sull’argomento hanno rotto, lei ha rotto, le alghe pure, sia quelle vere che quelle vere.
L’argomento mi glassa le castagne, mi irrora di noia fino al colon, mi ragnatelizza la fantasia: abbasso l’argomento viva Bitossi, viva le donne in cinta, abbasso la cronaca, abbasso il fattaccio, evviva Paolo Giaccio, viva l’amore libero abbasso il bagno occupato!
( P.S. Dite a Laura che l’amo.)

Caro Alessandro,
da tre settimane faccio ormai lo stesso sogno e ogni volta mi risveglio sempre più angosciato. Sogno di essere un bidone della spazzatura e sono costretto a mangiarmi tonnellate di schifezze al giorno. Non ne posso più!! Che cosa significherà?

Egisto, A.M.I.U. Bologna

Caregesto amniuizzato,
quando tu mi parli di schifezza mi corre sempre alla mente l’immagine della mia seconda moglie, ma questi forse sono fatti troppo personali; per quanto riguarda invece il tuo problema, vorrei ricordarti che i sogni si dividono in ventidue categorie tra cui la tua e la mia o anche quella di chi chissà chessia. Il sogno è un po’ come la ciliegina sulla trota del pescatore che dorme se non piglia pesci; come dice il proverbio “ dormire sognare è un po’ morire, ma guarda e passa”.
Il tuo sogno simboleggia comunque qualcosa di cui non ti voglio parlare perché non so cosa sia; forse analizzandolo meno attentamente, il bidone della spazzatura è il tuo bidone della spazzatura, e tu che mangi tonnellate di schifezza, sei tu che mangi tonnellate di schifezza. (Per questo anche nel sogno non ne puoi più).
Freud diceva che i sogni sono sogni e che è inutile menar tanto il can per l’aia. La differenza che passa infatti tra sogno e realtà la conosce anche un bambino, quindi cerca lui e chiediglielo io ormai sono avanti con gli anni e devo anche andare avanti con le altre risposte.
Scusa se ti lasci ma in fondo è anche vero che non ci siamo mai messi assieme.
Se comunque tu volessi farlo, telefonami al numero che apparirà scritto sulla tua radio Lina.

Caro Alessandro,
sono una gallinella disperata. Quest’estate, mentre tutte le mie amiche hanno cuccato a destra e a manca, io sono rimasta lì come un baccalà e nessuno mi ha degnata nemmeno di uno sguardo. Che cos’ho che non va? Perché non piaccio?

Marta, fattoria dei Mac Kenzie
v
Ohmiamarta O miamà,
non devi fare la gallinella disperata, ricorda che i panni sporchi vanno lavati in casa del condannato e perciò infilati un paio di mutande in testa, esci di casa e cammina tra la gente: vedrai che rilassandoti acquisterai sicurezza e se vorrai comprare qualcosa veramente, acquisterai anche quella cosa. Tu mi chiedi cos’hai che non va e perché le altre copulano e tu no. Ma ti sei mai vista allo specchio eh? Non hai fatto caso al quel tuo non so che, che fa si che chiunque ti dica no? Ma cos’hai gli occhi foderati di caciotta? Guarda che se la faccia fa una rapina, anche l’occhio vuole la sua parte? Ciò per dirti che il lato estetico è importante e l’atteggiamento ancor di più: non puoi sempre avere quello sguardo da alce in deltaplano!
Tirati su, o sbattiti giù ma per sempre. Scusa la mia durezza ma non conoscendoti e non avendoti mai vista, l’ho dovuto fare, anch’io ho i tuoi problemi, ma fingo come fungo, non mi immuschio negli affari degli altri, mi lascio crescere nel bosco della vita finché un principiante non mi bacerà e mi trasformerà in un paguro Bernardo scontroso ma felice. Fa come ti ho detto o una tua zia andrà a finire sopra un’automobile.

Caro Alessandro,
sono uno che non si intende di cinema e i miei amici al bar mi prendono in giro. Cosa mi consigli di andare vedere per fare un figurone in compagnia?

Giuseppe, bar Sport

Josef,
esci subito dal bar e corri a casa. Cambiati d’abito fatti una doccia, asciugati l’abito e corri a man bassa verso il cinema più vicino.
Qualsiasi cosa vedrai andrà bene perché il cinema è una cosa meravigliosa. Esagerazioni paradossali a parte è ben inteso che è meglio vedere un brutto film al cinema che un brutto film alla televisione e viceversa no.
Forse inoltre un film bello da consigliarti ce l’ho; si intitola “Ciuff”: la bicicletta impazzita”. Racconta la storia di un soldato che tornato dalla guerra s’accorge di avere un calzino bucato e dice:” Ma che storia è questa. Così non posso continuare” e vuole farla finita. Si spara in testa ma siccome ha molti capelli la pallottola si ferma e lui sopravvive, se non che un giorno un barbiere, sviene e muore.
La polizia lo indizia per non aver commesso il fatto e lui prende la sua bicicletta e… ciuff, scappa felice verso il suo destino.
Il film vuole fare capire all’uomo della strada che è meglio attraversare sulle strissie oppure sulle erbe lissie, altrimenti le bissie alsano le cossie per fare le pissie. W Emiliano Zapata!

Caro Alessandro,
io e il mio ragazzo, che fa il Pacinotti, abbiamo rapporti da quasi 5 mesi con il metodo “Knapp”. Continuamo a slegare o cambiamo metodo? Tu cosa usi?

Marika, Borgonovo di Pontecchio Marconi

Cara erotomane,
l’importante è continuare a slegare per non tornare a restare per non annegare nel mare per non optare ma cooptare. Rema e sarai la moglie di Romolo, va a Roma scegli uno dei sette colli e regalagli una collana di libri.
Continua a slegare Marika, questo ti voglio dire. La vita sentimentale è una corda senza nodi per non dimenticare che amare vuol dire non dover mai dire “ ho della mortadella sulla pancia”. Certo che però avere rapporti da cinque mesi col metodo Knapp ha i suoi vantaggi: primo non avrai mai mal di denti, secondo non avrai mai mal di denti, terzo mi ripeto, quarto boh.
Per quanto riguarda poi cosa uso io posso dirti che sono ormai 43 anni che uso il metodo “ Dio li fa poi li accoppa” e cioè io e la mia partner ci picchiamo fino allo spasimo almeno tre volte all’ora. Bassi istinti dirai tu, non posso negarlo. Sarei un folle, invece l’importante è avere una marcia in più come te.
Vai avanti a testa alta ma stai attenta perché puoi sbattere contro qualcosa.

Caro Sig. Bergonzoni,
il mio nipotino Luca alla fiera di S:Lucia ha voluto le statuine di terracotta, ma io ce le ho comprate di plastica, se no le rompe (e anche le palle dell’albero)… Sono massificata “ di mondi”?

Cesara, chiosco banane, mercatino di p.zza Aldrovandi

Cara capa del chiosco,
il tuo nipotino ben sa che una zietta così non si può certo massificata anche anche perché non so cosa vuol dire “certo”. Sappi che la terracotta è uno dei quattro elementi fondamentali con terra aria acqua vino pane Marcellino le fragole e Zeno Colò.
Perciò hai fatto bene a comprare al tuo parentuzzo le statuine di plastica, datosi che la plastica è come la speranza cioè l’ultima a morire come del resto le palle di Natale. Cosa sarebbe un Natale senza albero addobbato, cosa sarebbe Pasquale senza uova cioccolata sorpresata?
Non ti nascondo niente, così non c’è niente da trovare. Pensa bene a questa massima e ricordati che ho usato una massima perché non so che taglia porti. Tuo XL.

Caro geometra,
dopo le lettere di Moro, il ritrovamento dei resti del Mig libico, pensa che ci siano ragionevoli possibilità di ritrovare la “secchia rapita” e scongiurare la crisi della giunta comunale?

Renzo Imbeni, palazzo d’Accursio

Mi sembra una lettera un po’ strana, ma facciamo finta di prendere un deltaplano e sorvoliamo.
Caro Renzo,
la secchia rapita non esiste, non è mai esistita e se esisterà papparapero papparapà! So di essere stato un po’ duro ma noi intellettuali di ferro abbiamo questa caratteristica strana che fa rima con damigiana, perché in vino veritas, in lino terital, in bocca carias in testa arias.
Per scongiurare qualsiasi cosa bastano tre ingredienti fondamentali: oro, incenso e mirra, tra cui l’ultimo più che gli altri perché il primo e il secondo sono a menù fisso.
Ciò le dovrebbe fare capire che alle volte basta un poco di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù. Sua Mary Poppins bergonzonata.


Caro Alessandro,
scusami se ti disturbo, ma sono disperato! Ho perduto una renna e la sto cercando da dopo Natale, ma nulla…
Nessuno l’ha vista, non riesco a trovarla. Non è che per caso tu ne sappia qualcosa? Non posso stare senza una delle mie fanciulle!!!

Babbo Natale, Nordaustlandet


Caro Papi Natal,
la tua storia mi ha talmente commosso che ogni volta che mi telefona un salice piangente mi viene da ridere. Non hai idea di come ti capisco, la stessa cosa è successa a me o quasi, infatti a me quest’anno è scappata solo la slitta e mi sono rimaste le renne (destino birichino). Se ti può aiutare ti presto una delle mie. Non è una cosa impossibile, te la spedisco in una busta chiusa, bagaglio appresso, fermo posta, raccomandandotela espressamente par avion. Si chiama Livio, è una renna autoctona eunuca orfana di se stessa dall’età di sette anni, Veste sportivo, sembra dimessa ma vive sempre in ospedale. Ha un carattere aperto (escluso il giovedì mattina) mangia poco, cucina molto, non sporca, anzi pulisce, e soprattutto parla correttamente tre lingue escluso quella salmistrata. E questo si deve attribuire al fatto che ha un fratello prete. Spero che questo ti allieti con due “elle”, ti sollevi con due “elle”, perché sentirti così mia abbatte con due “bi” e due “ti”. So che sei un brav’uomo con due “o” e che senza di te il mondo perderebbe un uomo di garande valore morale e siderale, una persona che che regala molto, soprattutto ai bambini buoni.
Ricordati di me, se proprio non ti viene in mente, telefonami che ti dico chi sono. E sappi che ti siamo tutti molto vicini, ma i veri vicini sono quelli che abitano nel tuo pianerottolo. Beati loro e beati tutti i santi compreso san Tuario protettore di tutti i Tuari.
Caro Alessandro,
vivo in una catapecchia che fa acqua da tutte le parti, non c’è il riscaldamento e neppure un bagno. Come se non bastasse pago una follia d’affitto. E’ possibile che non si faccia nulla per risolvere il problema casa? E’ vita questa?

Zio Tom, Strada Maggiore

Caro zio,
vivi nelle fogne e odi i ratti? Trasloca. Hai il problema della casa? Vai in albergo. Questo caro è filosofia spicciola, soprattutto per chi non ha da cambiare. Il fatto che tu sia lo Zio Tom mi fa pensare che dicendo “pancia mia fatti capanna” possa permetterti di vivere nel tuo stomaco con agio, o se proprio non ti va anche da solo (cioè a disagio). Capisco che la casa oggi sia un problema più grosso della casa di ieri, soprattutto se si pensa alla casa di domani, ma siccome nel doman non v’è certezza , perché prendersela?
Non te la prendere, fai orecchie da mercante, cioè venditi i lobi: col ricavato comprati una scatola di svedesi, impara la loro lingua e valli a trovare in Svezia.
Viaggiando si impara mentre andando con lo zoppo si impara a rubare, soprattutto se lo zoppo è cleptomane. Impara dalla gazza! Fai come Rossini! Se questi consigli non ti bastano telefonami a questi numeri: 29827345826447698102.
P.S. Se anche i numeri che ti ho dato non bastano, aggiungi degli altri numeri; esempio: 7348252722 o anche a tua libera scelta. Ritieniti libero, almeno fino a che qualcuno non entra dentro di te e chiude a chiave perché a quel punto ti dovresti ritenere occupato.

Caro Alessandro,
i ragazzini dell’oratorio mi hanno chiesto di vedere alcuni film al cinema parrocchiale come “ la ragazza e lo stallone nero”, “Afrikanal”, “Ogni volta di più”, ecc. pensi possano essere adatti in preparazione alla Cresima? Sai io non me ne intendo di cinema…

Don Venanzio, Galliera

La cresima e il cinema sono veramente legati da un cordone ombelicale, se mia madre me lo permette, che io reputo fantastico. L’esempio più classico è appunto Marcellino pene e vino, dove Marcellino fa i due personaggi principali, il pane e il vino che alla fine si innamorano e si uccidono per sempre dalla gioia.
Tutto questo mi serve per dire , caro Don Venanzio, che oggi anche il film più spinto ha qualcosa da insegnare a tutti, quindi anche i film che apparentemente possono sembrare senza carburante ( cioè i più spinti) ci fanno capire la vita vera, perché non c’è vita senza amore, non c’è amore senza sesso, non c’è sesso senza amore, non c’è casa senza cesso , non c’è busto senza gesso. Non c’è cosa senza nesso!
Anche i ragazzini del tuo oratorio capiranno questi rudimenti elementari o questi elementi rudimentali senza i quali l’uomo non è tale o un tale non è un uomo.
Caro Don Venanzio non aver timore, la scuola della vita è più importante dell’oratorio così come la pianura è più importante del promontorio.
Questa è la verità, mi devi credere altrimenti sarei un bugiardo, vanverotto, pinocchietto e puffarolo.
Un bacio ed abbraccio, una stretta di cuore, quasi un infarto.

Caro Alessandro,
mi hanno detto di rivolgermi a te per qualsiasi tipo di problema ed eccomi qua a sciverti sperando di trovare una soluzione. Sono calvo da una vita, le ho provate tutte ma non ho mai visto crescere un capello sulla mia testa. Se conosci qualche rimedio miracoloso me lo potresti suggerire?
Telly Savalas, Los Angeles

Carissimo Plè,
come diceva un mio amico musicista il tuo è un problema del piffero e come diceva un mio amico sessuologo vegetariano il tuo è un problema del cavalo. E sai perché ti dico questo? Ah lo sai? Allora non sto a ripetermi; comunque io un rimedio non dico infallibile ma inutile non l’o( a te mancano i capelli a me ogni tanto manca l’acca).
Posso però dirti che ci sono dei vantaggi con la calvizia: non avrai mai un diavolo, non avrai mai le doppie punte ( a meno che non ti cosparga d’asparagi la calotta), digerirai meglio, le ragazze non ti disprezzeranno mai per come porti la frangia e soprattutto dei soprattutti non ti cadranno mai i capelli che credo sia una delle peggiori cose che possono capitare ad una persona della tua levatura.
P.S: ( Non accettare mai parrucche da sconosciuti, perché potrebbero esserci in mezzo delle caramelle).

Caro Alessandro,
sai cos’è che canta e non è un uccello, ha le ruote e non è una macchina?

Anonimo Veneziano, Porto Marghera

Caromonimo anonimo geronimo eccetera,
se canta e non è un uccello può essere solo due cose: o il tacchino spermicida in vena di stupidate o un soldo di cacio che non la trova mai pari e allora la spiana fin che non lo diventa.
Ma quello che mi fa sorgere il dubbio è il fatto che abbia le ruote e non sia una macchina: perché in questo caso può essere solo una cosa: la zia Ornella. La conosco da vent’anni e se c’è una cosa che mi ha sempre lasciato di gesso è una frattura. Spero di avere indovinato se non fosse così spero almeno di avere indovinato.
Aspetto altri indovinelli nel frattempo vivo come da copione. Ciau.