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domenica, maggio 22, 2005

Volo - Alessandro Bergonzoni

Questa è la fedele trascrizione del "pezzo" che Alessandro ha preparato e letto il 18 Dicembre 2000 al Teatro Comunale di Bologna in occasione dell'inagurazione della nuova ala dell'aereoporto di Bologna.
La persona di cui parla è, per chi non lo avesse capito, Paolo Conte intervenuto anche lui nell'ambito della serata.

Molto tempo do molto tempo re, molto tempo mi, molto tempo fa nacque la musica come arte Verdi, Rossini, Nerone, Bach, Hoffenbach, Wagner, Hoffenwagner, Kausen e Stockhausen , Toscanini inventore dei sigari piccoli opere…. Opere come il boletus di Ravel la storia di un fungo velenoso che si innamora di una rana che baciato diventa un rospo che baciato ancora diventa un girino.

Se la pittura… se la pittura appaga l'occhio, la poesia l'anima, la cardiologia il cuore, l'ematologia il sangue, sciatalgia la schiena, la musica appaga tutto. Lo strumento gli strumenti sono tanti: il cembalo, clavicembalo, la vicola e la clavicola, la fisarmonica, il vibraforo, l'idromassaggio, il citofono, il flauto di traverso l'unico che si mangia ma si digerisce male, il flauto magico che suona e scompare la chitarra elettrica e la sedia elettrica, il trombone, la tromba, la tromba delle scale, il pianerottolo, lo spiffero da suonare sotto le porte, lo scacciapensieri, lo stracciamutande, il basso , la tuba il falloppio , il triangolo, il crick, il Jack, le nacchere , le schicchere, le maracas , le congas, il kiwi e tutti i fiati in genere i più famosi furono il bue e l'asinello, ma per fare la grande musica come disse Dumbo ci vuole orecchio, la testa fra le nuvole, le spalle le spalle, un'anima enorme e un cuore aperto: quindi o conosci un chirurgo indeciso o conosci un grande artista come chi dico io, parlo di un'artista con la "P" maiuscola un uomo che sa il fatto suo e non lo dice a nessuno, che una delle sette meraviglie del mondo insieme alle cascate del Niagara, il grande Canyon, la pizza, Bambi, la tour Eiffel, le piramidi e la torta sbrisolina.

Lo amo come Garibaldi amava Anita, come Gianni amava Pinotto, come Bonnie amava Clide, come Caino amava Abete almeno perché gli faceva ombra, come Giotto amava il casaccio quando dipingeva alla rinfusa, come Cimabue che dipingeva i vitelli standoci sopra, un cantautore con una marcia in più e non parlo di mele anche se è un cantautore adamitico, paradisiaco e anche terrestre, originale come il peccato e peccato mortale sarebbe se non ci fosse;un uomo che titilla i dioritmi e se tanto mi da tanto io prendo tanto.

Un uomo è illuminato anche nei periodi bui e che quando comincia a cantare le mie gambe fanno Giacomo Giacomo e Giacomo dice dimmi dimmi, con la musica che mi arriva fino al collasso cioè fin sotto la testassa che mi porta nei mar dei Sargassi fino al punto più pescoso il mar dei pescassi.

Un essere , più che un avere e saluto Hemingwei di un'esauribile rotondità se lo cerchi lo centri ineluttabilità, natività, volatilità, taffetà un uomo con della stoffa il vino veritas il lino terital questo il succo e io me lo bevo.
Se fosse un verbo sarebbe l'infinito, se fosse un albergo sarebbe a cinque stelle e una cometa sembra un Re mogio ma è un Re mago che ha capito che la vita è diversa dalle Kessler ce n'è una sola.Che gli uomini più belli son sicuramente le donne.

Senza di lui sarei come Joghi senza Bubu, sarei come autostoppista senza pollice, Orbe senza tello, Messina senza stretto , Lupo senza pelo e senza vizio, indiano scrivano senza penna, un gran bel tumulto fa sentire il battito d'avi come angeli del passato, pavone che inventa la ruota e la buca passando l'infanzia tra piano e forte tra chiari e scuri con un'alternanza di sentimenti tale che Noè dalla barca avrebbe definito da diluvio universale senza alcun pregiudizio pregiudizio universale che ci induce in tentazione ma non ci libera dal mare con un'apnea nota dove tra il dire e il suonare c'è di mezzo una spiaggia: la sabbia sono le parole la verità è il miraggio, un angelo che chiamano Paris per amore dei francesi ma che per amore del cielo preferiamo chiamare Azzurro e noi sappiamo il perché. Un apostrofo blu tango fra le parole gelato e limone.

Mi ha fatto capire con la sua musica che nella vita bisogna applicarsi e non inchiodarsi, se no si è dei poveri Cristi che la musica è una formula matematica a : b… mi ha fatto capire che l'importante non è essere leali ma avere le ali , mi ha fatto capire che bisogna voltarsi indietro nella vita ma non se sei in moto, su un dosso, durante un sorpasso , a fari spenti, ubriaco mentre nevica ma soprattutto mentre sta arrivando un autobus guidato da un bambino perchè ti toccherebbe di fermarlo , sgridarlo e fargli totò e se c'è un'imitazione che non so fare è quella. Dalle sue canzoni ho capito che il sole bacia i belli i così così li offusca la nebbia, gli orrendi li annega la pioggia fino alle scarpe in un pediluvio universale.

Vorrei avere tasti al posto dei denti e suonarli piano, vorrei battere tutte le casse toraciche del mondo, eseguire le sinfonie di Mea Culpa, suonare i seni di certe donne cornamusa, suonare dentro tutti i problemi del piffero e fare silenzio per sentire i suoni di tutti i trombati ad un esame qualsiasi anche quello della vista.

Vorrei accordare il mio piano e scordare il pianeta, cantare a squarcia gola sentendo l'eco della bocca rimbalzare nella gola e vedere scalatori aggrappati con corde vocali alle tonsille.

Mi piacerebbe suonare il colon e inventare un Jazz intestinale, ventriloquiare con una donna a punta a mani giunte anche se non so giunte da dove nel senso buono e mai nel buon senso.

Divento doganiere ai confini della realtà fino alla linea imaginot dove Caronte ti porta dal bene al benissimo.

Divento un cavallo alato e dico alato perché in mezzo c'è il fantino un cavllo che invece che al trotto va al troppo e stramazza al suolo morto come piacerebbe morire a me cioè dalla voglia.

Lui è il passeggero di se stesso si porta ovunque senza muoversi mai e saluto Giulio Verne che stasera è qui con noi; colui che sta per arrivare è come l'orizzonte non potrà mai tramontare. Dietro questa tela mi piace immaginarlo e saluto anche Gene Arlow dentro a niente appena appoggiato ad un'onda su un'onda, le famose onde per cui, sulla barca del contrario non a vele spiegate ma a vele raccontate perché chi spiega spesso sgualcisce l'acqua ed io so che per diventare oceani non basta fare un corso d'acqua ecco perché io lo imparo a memoria.

Vorrei che tutto ciò che ho detto fino adesso non suonasse come piaggeria vorrei che tutto ciò suonasse e basta.